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Lu masciu (il maestro) e li putatori (i potatori).


Lu masciu, nel mondo del lavoro, era un esperto in attività specifiche, che garantiva a chi faceva parte della sua squadra, lunghi periodi di lavoro e di aggiornamento costante sull’argomento specifico (…) Nel campo agricolo lu masciu era colui che, al suo seguito aveva una squadra di munnaturi: operai specializzati nella potatura degli alberi, ed in particolare delle piante di ulivo. Per poter far parte di questo gruppo, si doveva avere almeno 17 anni e conoscere lu masciu. Questi apprendisti precedevano nei campi, all’alba, i potatori, per accendere il fuoco che avrebbe riscaldato il gruppo prima dell’avvio al lavoro, ripetendo, poi, tale operazione prima della pausa pranzo, a mezzogiorno. Questi giovani lavoravano inizialmente almeno per un paio di settimane senza percepire una paga. Col tempo, imparando il mestiere, sostituivano i più anziani sui rami più pericolosi. Lu munnatori, finita la giornata lavorativa (che prima degli anni ’60 durava dall’alba al tramonto), aveva il permesso ti lu masciu di farsi una sarcina, una fascina di legna da portare a casa. Questa operazione veniva svolta soprattutto quando il podere in cui si lavorava non era lontano dal centro abitato; al contrario, quando si lavorava in terreni distanti, il gruppo (esclusi i giovani che spesso tornavano al paese per la loro “bella) pernottava nella masseria di pertinenza del terreno, a volte anche lunghi periodi. In questo caso la sarcina era recuperabile per accendere il fuoco e cucinare il cibo nei vani della masseria riservati ai lavori stagionali. Lu masciu era anche colui che aveva una squadra ti putaturi (di potatori di vigneti). Anche in questo caso, per poter far parte del gruppo, occorreva conoscere lu masciu. L’apprendista affrontava un periodo di prova lungo anche un anno, senza ricevere retribuzione alcuna. A volte accadeva che lu masciu, nel contrattare il costo del lavoro con il proprietario del terreno, calcolava anche la giornata dell’apprendista, che però non veniva retribuito. La potatura della vite richiedeva esperienza ed abilità e si svolgeva con la ronca, attrezzo molto difficile e pericoloso, da usare con cautela. In passato, avere la possibilità di imparare un mestiere, era un vantaggio e riempiva d’orgoglio chi lo acquisiva.

Liberamente – Quindicinale di Informazione, Attualità e Cultura Anno VI Numero, La formazione professionale all’inizio del secolo scorso…. Giuseppe Piccinni. 2001.

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