Realizzato verso la fine del secolo scorso, il giardino pubblico di Manduria, ora Piazza Vittorio Emanuele II, sorse su un’area comunale preesistente denominata Largo Osanna. Da anni, infatti, al centro di tale superficie urbana compresa tra via XX Settembre e la chiesa di S. Francesco, si ergeva una colonna detta appunto Osanna (simbolo sacro molto diffuso nel Regno di Napoli).
Sulla sommità di questa struttura, alta circa tredici metri, fu aggiunta la scultura dell’Immacolata per la grazia concessa dalla Madonna alla città in occasione del terremoto avvenuto nel 1743. Nel 1882, prima che iniziassero i lavori per la costruzione dei giardini pubblici, la colonna dell’Osanna fu abbattuta. In una notte di maggio di quell’anno, la statua della Madonna fu divelta dalla colonna e al mattino fu ritrovata nei pressi del Calvario, mentre del piedistallo che la sorreggeva non vi fu più traccia. Tutt’ora non si sa con esattezza chi abbia demolito la struttura tanto cara ai manduriani, né se rientrasse nei piani dell’Amministrazione comunale del tempo di eliminarla. Naturalmente, con l’abbattimento della colonna sacra, non esistette più neanche Largo Osanna, in passato punto di raccolta delle mandrie nei periodi di transumanza. Qui, infatti, come imponeva la tradizione, in segno di buon auspicio, i pastori, prima di trasferirsi con gli animali in Lucania, uccidevano e arrostivano un vitello che veniva poi offerto ai presenti.
Il Largo Osanna, per i manduriani luogo evocante antiche tradizioni popolari e richiamo di sentimenti religiosi, scomparve cedendo il posto ad una struttura sicuramente più moderna destinata a rappresentare la mondanità cittadina. Nacque l’odierna villa comunale, suntuosa di rigogliosa vegetazione, ricca di siepi, fiori, palme ed alberi di pino. Col trascorrere degli anni, i pini crebbero inusitatamente e contorti, tanto da formare un ponte con le case circostanti. Fu pertanto necessario abbattere alcuni degli enormi alberi in quanto questi, con i loro lunghi rami, invadevano la sede stradale, intralciando la viabilità degli autocarri che transitavano per corso XX Settembre.
Per arricchire la villa, fu posto al centro di essa il monumento al Sen. Nicola Schiavoni, più tardi spostato per dar luogo all’installazione di una splendida fontana. I giardini pubblici erano protetti da una recinzione in ferro e molto curato era il verde. A vigilarla vi era un custode che in orari prestabiliti provvedeva all’apertura e alla chiusura della stessa. Un insolito cartello vietava all’interno il gioco della palla ed il transito delle biciclette. Non ci fu alcun problema per i ragazzi che in villa giocavano a “truddi”, “lunalaterra”, “secutasurgi”, “alli nuci”, “alla mazza”, “allu curru” e “alli stacchi”.
Fin dagli inizi del 1900, Piazza Vittorio Emanuele II divenne luogo di passeggio per i giovani manduriani, studenti e professionisti prevalentemente di sesso maschile. Il costume popolare dell’epoca non consentiva peraltro alle donne di mostrarsi in pubblico, tranne che in occasione delle feste patronali. Fino agli anni ’50 a Manduria vi era una accentuata divisione sociale tra studenti di estrazione borghese e giovani contadini, per cui gli uni si incontravano in villa, gli altri in piazza. I braccianti agricoli e gli operai si adunavano “mienzu allu largu” (attuale piazza Garibaldi) per cercare lavoro e contrattare con i “padroni” le giornate lavorative.
Negli anni ’60, con l’avvento della scolarità di massa e con l’ubicazione di istituti scolastici superiori nei pressi del giardino pubblico, molti giovani si incontravano in villa prima dell’entrata e dopo l’uscita da scuola. Il maggior tempo libero, le migliorate condizioni economiche e l’integrazione sociale consentivano ai giovani di frequentare bar e luoghi di svago sorti nel frattempo nei dintorni della villa.
Da qualche anno, la villa non è più un luogo di ritrovo della gioventù manduriana ma questo luogo è ricordato dai ventenni di quegli anni con nostalgia. Comitive di giovani si incontravano per trascorrere le serate come da consuetudine in punti determinati del giardino pubblico: “nanzi lu monumentu” studenti ed appassionati di sport, “icinu alla benzina” operai e lavoratori. E gli altri? Gli altri andavano dietro le ragazze facendo il solito “giro di villa”.
Bibliografia: Walter Pasanisi. Liberamente – Quindicinale di Informazione, Attualità e Cultura. Anno II. N.10. L. Tarentini Manduria Sacra. F. F. Schiavoni – Mario Annoscia … tra i segni di tanta vita… Manduria. Testimonianze verbali sig. B. Fontana.