Alla riscoperta di antichi esercizi commerciali di Manduria: l’Armeria Pistone

In foto, a destra, probabile l’ingresso e insegna dell’armeria Pistone.

Un piccolo uscio in legno e, poco più su, una modesta insegna essenziale e stereotipata. Una bottega semplice come ce ne erano tante negli anni trenta. E proprio in questo periodo, con tali caratteristiche, sorgeva a Manduria in piazza Garibaldi l’Armeria Pistone. Pochi esemplari di fucili da caccia e altre armi si scorgevano esposti all’interno dell’Armeria, e solo esigui o “ricchi” clienti potevano permettersi di acquistarli. Anche la vendita delle munizioni era scarsa. Spesso gli acquirenti compravano soltanto polvere da sparo, pallini di piombo e piombo. I cacciatori, infatti, per risparmiare sul costo delle munizioni generalmente caricavano da soli le cartucce o i fucili ad avancarica. Il caricamento di quest’arma (denominata anche bacchetta) avveniva introducendo a strati nella canna, attraverso la bocca, prima la polvere nera, poi la stoppa, il piombo e nuovamente la stoppa. La miscela esplosiva così ottenuta veniva pressata proprio con una bacchetta. Allora l’utilizzo del fucile ad avancarica era molto diffuso, specialmente tra i contadini e pastori che, vivendo fuori dai centri abitati o in campagna, lo detenevano per difesa personale. Solitamente, però, lo adoperavano per sparare a lepri ed altri animali selvatici che, cibandosi delle colture, danneggiavano i raccolti. Per qualche anno l’Armeria è stata luogo di incontro di cacciatori che organizzavano battute venatorie. In genere si cacciavano volpi, lepri (selvaggina stanziale), uccelli da passo e migratori (volatili acquatici). Quest’ultima specie di pennuti trovava facile dimora nelle nostre zone che, a quei tempi, erano ricche di territori prettamente paludosi. In Armeria si incontravano anche sportivi per organizzare gare di tiro al piattello, che si disputavano presso il campo sportivo di Manduria. Per un breve periodo l’Armeria si trasferì in piazza Commestibili ed è rimasta attiva fino agli inizi degli anni ’50. Il Sig. Pistone aveva imparato da autodidatta a smontare, montare e riparare armi ed era diventato così esperto che a lui si affidavano pure clienti provenienti dai paesi limitrofi. Lo stesso titolare dell’Armeria espletava anche servizio di vigilanza notturna con l’Istituto di Vigilanza Savoia, con sede a Taranto. Con l’arrivo degli americani durante la seconda guerra mondiale, l’esercizio fu denominato Police Privaty (sede della polizia privata). Durante la sua attività di vigilantes, il Sig. Pistone si poneva al servizio della collettività per qualunque evenienza. Di notte, ad esempio, aiutava i cittadini che avevano urgente bisogno di acquistare farmaci presso le farmacie di turno. Egli infatti bussava alle farmacie, si faceva riconoscere dai farmacisti che, fiduciosi, sopperivano alle richieste degli acquirenti. Si legge sulle colonne di un quotidiano locale datato dicembre 1945 della straordinaria impresa compiuta dal capo guardia Pistone che “…pratico dell’ambiente e conoscitore della peggiore risma paesana fu di prezioso aiuto nell’individuare e far mettere le mani su tutti i pericolosi delinquenti del paese che, consegnati alla giustizia, finirono per confessarsi autori di furti. Alla solerte capo guardia Pistone la direzione dell’Istituto di Vigilanza Savoia ha concesso un cospicuo premio, proponendolo inoltre per una gratificazione al Comando della Compagnia dei Carabinieri di Taranto.”

Bibliografia: Walter Pasanisi. Liberamente – Quindicinale di Informazione, Attualità e Cultura. Anno IV. N.17. Testimonianza orale del sig. L. Pistone.