Il canale di San Nicola.

Sulla direttrice del fiume Chidro, in perfetta verticale, ultima testimonianza di quello che fu il primordiale e certamente più impetuoso fiume originario, a nord di esso, si apre un profondo e largo vallone interno proteso verso le retrostanti alture murgiane, denominato Canale San Nicola. Questo è un vallone fluviale la cui forma è stata modellata dall’incessante opera dell’uomo. Ancor oggi le sue sponde, terrazzate, sono coltivate a vigneto, uliveto e altri alberi da frutto. Solo un modestissimo rigagnolo di 500 metri, spesso in secca, rimane a testimoniare, il corso d’acqua che ha scavato il canalone, frequentato dall’uomo fin dall’età neolitica, che ha lasciato evidenti tracce in due insediamenti: uno presso la sorgente e l’altro più a valle di circa un chilometro. Nei pressi del canale S. Nicola, luogo da sempre favorevole agli insediamenti umani per la presenza di acqua in alcuni periodi dell’anno, era ubicato un casale omonimo dove era stata l’antica Tamora, villaggio poi distrutto dai Romani e il cui nome viene ancora conservato dal toponimo “Canali ti li Tamari”.

Recenti ricognizioni sulla sponda nord hanno permesso di raccogliere resti di tegolame, frammenti di un mortaio in argilla chiara, e frammenti a vernice nera databili tra il IV e III secolo a. C., mentre di età medioevale sono le numerose tegole raccolte presso una caverna naturale a poca distanza dalla foce. Del Canale San Nicola, vi è ancora chi ricorda l’esteso manto di lecci che copriva le sue pareti e i dintorni, che fu tagliato alla fine della seconda guerra mondiale nel 1945.

Bibliografia: Quaderni Archeo NN. 1-6-7 , marzo 1996 e maggio 2002. Manduria… terra di vini, di sole, di mare e di antichi monumenti. A. Dimitri, Manduria non solo storia… Provveduto Editore. L. Tarentini, Cenni storici di Manduria antica. Tip. La Veloce 1931.