Interno della cappella Madonna Concedi Grazie.
Esterno della cappella Madonna Concedi Grazie.
Ingresso vialetto della cappella Madonna Concedi Grazie.
La cappella della Madonna Concedi Grazie si trova a circa quattro chilometri da Manduria, nei pressi della strada che conduce a Maruggio. La chiesetta fu edificata nel 1720 all’interno della tenuta del barone Claudio Primiceri. La sua origine è legata a un evento particolare: un giorno, alcuni cavatori di pietre scoprirono sotto un sasso una cavità. Allargata con il piccone, si rivelò essere collegata a un sotterraneo, al cui interno si trovava un affresco raffigurante la Vergine nell’atto di concedere grazie all’uomo che l’aveva rinvenuto.
Sull’origine dell’affresco si possono formulare alcune ipotesi: si ritiene che il sotterraneo in cui l’opera fu ritrovata fosse collegato a una lunga galleria che, partendo dalla Cappella della Madonna della Misericordia, conduceva verso Maruggio, nei pressi dei cosiddetti “Pozzi Cranni“. Questo passaggio sotterraneo, lungo circa quattro chilometri e con larghezze variabili da un metro e mezzo a sedici metri, si trovava sotto la Cappella della Madonna della Misericordia, dove al suo interno si trova una cavità sotterranea che ospita un trappeto ipogeo abbandonato, situato a ovest del Palazzo Gigli, nei pressi della Porta di Nettuno. Tuttavia, non esistono prove certe sull’effettiva esistenza di questa galleria, poiché non sono mai state condotte indagini approfondite.
L’affresco, dipinto su alcuni blocchi di tufo addossati al muro del sotterraneo, attirò immediatamente la devozione dei fedeli dopo la sua scoperta. Il proprietario del terreno fece estrarre l’opera e la collocò in una grande nicchia all’interno della cappella, che fece edificare appositamente. Oggi dell’antico affresco, deteriorato dal tempo, rimangono solo i contorni sbiaditi, ma la sua immagine è stata riprodotta in una statua che si conserva tuttora nella chiesetta. Questa effige, restaurata, è oggi uno degli elementi più significativi della cappella.
La proprietà della cappella della Madonna Concedi Grazie fu inizialmente dichiarata jus patronatus della famiglia Primiceri. Successivamente passò a Liborio Dilorenzo, il quale stabilì funzioni regolari e istituì una festa annuale, celebrata l’8 del mese. Alla morte di Dilorenzo, le celebrazioni e le funzioni cessarono. Il diritto di patronato fu poi trasmesso a Vincenzo De Laurentiis e, successivamente, ai suoi eredi.
Alcuni artigiani restauratori della cappella e della statua fondarono la Congregazione degli Operai Cattolici sotto il titolo della Madonna Concedi Grazie. La cappella, che ha un solo altare ed è lunga 6,5 metri e larga 5 metri, divenne un luogo di pellegrinaggio. Qui, ogni quindici sabati, i fedeli si recavano a piedi recitando il Santo Rosario per onorare la Vergine, chiamata appunto “Concedi Grazie”.
Nonostante il trascorrere del tempo e i danni subiti dall’antico affresco, la devozione alla Madonna Concedi Grazie rimane viva. La piccola cappella, con la sua storia legata a scoperte misteriose e profonde manifestazioni di fede, continua ad essere un simbolo di spiritualità e tradizione, ricordando ai fedeli la grazia e la protezione della Vergine.
Bibliografia: L. Tarentini, Manduria Sacra, ristampa Barbieri Editore. Anno 2000. A. Costantini. Manduria Sotterranea – Il Trappeto Ipogeo. Quaderni Archeo. N.1, marzo 1996.