Sotto il titolo della Pietà fu eretta una cappella, attualmente sede della chiesa di Santo Stefano, grazie all’impegno di Lelio Pasanisi, che vi istituì anche un beneficio ecclesiastico. Si deduce che la chiesa sia stata costruita intorno al 1600 o poco prima. Tuttavia, non è chiaro perché fu dichiarata ufficialmente edificata nel 1630 e posta sotto il patronato del monastero di San Benedetto. In seguito, il beneficio istituito dal fondatore fu trasferito, insieme alla cappella, alla decania della cattedrale di Oria. In origine, la chiesa era decorata con affreschi, soprattutto nella parete dell’altare, dove spiccava una raffigurazione della Pietà. Subì diverse chiusure temporanee, poiché spesso risultava indecorosa durante le visite pastorali. Già dal 1763 abbandonò il titolo di Pietà per assumere quello di Santo Stefano, probabilmente per via di un affresco raffigurante il martire nell’atto della decapitazione. Tra le opere pittoriche presenti figurano: La Madonna col Bambino e i Santi(1621); L’Ultima Cena, nel refettorio; La Pentecoste (1684); San Francesco (XVII secolo); La Madonna col Bambino che concede l’indulgenza della Porziuncola; La Madonna del Carmine (1663); L’Estasi di San Francesco (1686).
Nel 1837, il Vescovo Guida promosse la riedificazione della chiesa utilizzando le rendite del beneficio. L’edificio venne ampliato, dotato di una nuova sagrestia, della casa del sacrestano, di una campana e di vari arredi liturgici. Situata a sud di Manduria, la chiesa misura 13 metri di lunghezza per 6,50 di larghezza ed è illuminata da quattro finestre. Dietro l’altare si trova una tela raffigurante il martirio di Santo Stefano. Nel gennaio del 1888 la sagrestia fu demolita e, poco dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, la chiesa venne definitivamente chiusa al culto e ceduta a un privato. Attualmente, l’edificio si presenta in stato di abbandono, ma conserva un fascino suggestivo, testimone silenzioso della storia e della devozione che l’hanno attraversato nei secoli.
Bibliografia: L. Tarentini, Manduria Sacra, ristampa Barrbieri Editore. Anno 2000.