Nel 1895, anno in cui i fratelli Lumière costruirono il primo apparecchio di proiezione, si assistette all’invenzione che, di lì a poco, avrebbe cambiato le abitudini della società. A Manduria, il cinematografo comparve circa nei primi anni del Novecento. Le prime pellicole venivano proiettate saltuariamente su un lenzuolo, chiamato “jascioni”, allestito per l’occasione in Piazza Plinio il Vecchio. La piazza era gremita di persone che assistevano con stupore allo spettacolo. La nuova arte non mostrava solo immagini, ma proiettava la fantasia dell’uomo oltre i confini del proprio mondo.
Il cinema Paisiello.
Fu all’inizio del Novecento che sorse un vero cinema cittadino, il Paisiello che inizialmente ospitava solo spettacoli teatrali. In questa sala, si proiettavano film muti accompagnati dal suono di un pianoforte, eseguito dal pianista Manca di Torricella. Quest’uomo, spinto dall’amore per la musica, ogni sera si recava a Manduria in bicicletta, indipendentemente dalle condizioni atmosferiche. Andare al cinema divenne presto il divertimento principale dei cittadini. Anche se non tutti potevano permettersi il biglietto, il signor Candeloro, gestore del primo cinema manduriano, consentiva l’ingresso a chiunque, malgrado le spese di gestione. All’inizio, l’affitto del locale veniva pagato ai proprietari in grano. Il Paisiello, sorto inizialmente come teatro in sostituzione del Verdi e del Manzoni, vide esibirsi grandi artisti dell’epoca, come “Scarpetta”. Tuttavia, l’attività teatrale durò poco, e il teatro fu presto convertito in cinema. Situato tra Via Marchesi Imperiali e Vico Marchesi Imperiali, il Paisiello fu ricavato da ambienti adiacenti al Palazzo Filotico, inizialmente usati come stalle. Il cinema aveva una capienza di 400 posti, con palchi e loggioni. I posti più comodi erano sempre prenotati da alcuni personaggi della Manduria bene, come i Filotico, De Risi, Greco, Arnò, Pasanisi, ecc. L’entrata era in Via Marchesi Imperiali, mentre il botteghino, ancora oggi visibile, era in Vico Marchesi Imperiali. Il cinema era elegante e accogliente, con un’acustica perfetta. La platea contava circa 200 posti, vi erano 4 palchi di proscenio, una fila di palchi e una galleria chiamata “piccionaia”. I palchi erano in legno, decorati con fregi in gesso dorato, e la tappezzeria, insieme alle poltrone, era di colore rosa. Oltre alle proiezioni domenicali, al cinema Paisiello si teneva una manifestazione culturale di alto livello con film particolarmente graditi alle signore, solitamente commedie americane. Il “Giovedì delle signore” divenne un appuntamento infrasettimanale molto seguito dalle donne della borghesia, riscuotendo grande successo. Durante il periodo di Carnevale, il Paisiello si trasformava in sala da ballo. Alla fine degli spettacoli, le poltrone venivano rimosse, un buffet veniva allestito sul palcoscenico e iniziavano i balli in maschera. Il veglione era organizzato da gruppi di cittadini che noleggiavano la sala e vi partecipavano molti giovani di Manduria e dei paesi limitrofi.
Prima dell’ ultimo conflitto mondiale, il cine-teatro Paisiello fu dichiarato inagibile dal Prefetto di Taranto, secondo le leggi vigenti. Tutte le parti in legno furono rimosse, e il locale fu utilizzato esclusivamente come sala cinematografica. Durante il periodo bellico, ai film americani e francesi si preferiva la produzione italiana. Nell’intervallo tra il primo e il secondo tempo, venivano proiettati documentari di propaganda del regime, presentati dall’Istituto Luce. Solitamente, questi filmati trattavano temi legati alla vita nei campi o a manifestazioni militari e sociali.
Nell’ottobre del 1943, con l’arrivo degli americani a Manduria, il Paisiello fu requisito e utilizzato esclusivamente dal Comando delle Truppe Alleate. Per la sua capienza limitata, venne soprannominato dagli stessi “Flea trap” (Trappola per pulci). La programmazione cinematografica si svolgeva ogni sera, con film in lingua originale. Solo dopo la guerra, pellicole come “Via col vento” e “Le fanciulle delle follie” vennero proiettate nei cinema italiani. Il piccolo cinema Paisiello non riusciva a contenere tutti i soldati americani.
Nel 1944, presso l’aeroporto di Manduria, fu allestito un cinema per oltre 3.000 spettatori. Oltre ai film, si tenevano spettacoli con cantanti e attori come Frank Sinatra, Bing Crosby e Marlene Dietrich.
Militari che assistono a uno spettacolo nel cine-teatro all’aperto presso l’aeroporto di Manduria.
Con la partenza degli alleati nel 1945, il cinema Paisiello riaprì al pubblico manduriano con la proiezione del film di De Sica, I bambini ci guardano. Riprese la produzione americana, la Nouvelle Vogue francese e il neorealismo italiano, dando inizio al periodo aureo della cinematografia. Nel 1963, con decreto prefettizio, il vecchio Paisiello fu chiuso definitivamente. Al suo posto, su Via Lamarmora, dove sorgeva il teatro Orfeo, venne costruito il nuovo Paisiello.
Teatro Pisiello1934: locandina del film: “I tre Moschettieri”
Teatro Paisiello 1936: locandina del film: “King Kong”
Il cinema Orfeo.
L’Orfeo, costruito intorno agli anni ’30, era stato attivo solo per pochi anni, prima di essere dichiarato inagibile nel 1939. Dopo la guerra, il teatro fu demolito e utilizzato come arena. Nel 1957, l’Orfeo passò sotto la gestione definitiva dei fratelli Candeloro, che ne continuarono la programmazione estiva fino al 1963, anno in cui iniziarono i lavori di costruzione del nuovo Paisiello. L’inaugurazione avvenne nel 1964. Anche in questa nuova sala si proiettavano film di élite, che però gradualmente cedettero il posto a programmazioni di film porno. Il nuovo Paisiello chiuse i battenti nel dicembre del 1989. Con l’abbattimento del teatro Orfeo, si rese necessario costruire una nuova arena, e fu così che sorse l’Ariston e, successivamente, il Candeloro.
L’arena Ariston
Ubicata in Via Per Uggiano, l’arena Ariston era un cinema all’aperto, considerato più funzionale rispetto ai suoi predecessori. Tuttavia, le serate di programmazione venivano spesso annullate a causa delle condizioni atmosferiche. Inoltre, nonostante la sua modernità, l’Ariston non incontrò il gradimento del pubblico manduriano, poiché molti cittadini preferivano trascorrere l’estate al mare. L’arena chiuse circa due anni dopo l’inaugurazione.
Il cine-teatro Candeloro
Nel marzo del 1953, nello stesso punto dove sorgeva l’arena Paisiello (costruita nel 1945), fu inaugurato il cine-teatro Candeloro, frutto dell’impegno dei fratelli Candeloro. Con una capienza di 850 posti, la sala fu ben presto approvata dal pubblico manduriano. L’inaugurazione avvenne con l’opera lirica Rigoletto di Verdi, organizzata dal dottor Giovanni Dimitri. Nel tempo, il teatro venne ristrutturato, diventando uno dei più moderni della zona. Al Candeloro si proiettarono in prima visione molte famose pellicole. In alcuni giorni, poteva accadere che lo stesso film fosse in programmazione sia al Candeloro che al nuovo Paisiello. Il signor Giovanni Urbano, maschera dei due cinema, rendeva questo possibile, spostandosi in bicicletta da un cinema all’altro con la bobina del primo tempo proiettata poco prima.
Il Candeloro com’è oggi. Ingresso principale del cinema non più in attività.
Il Candeloro ospitò anche diverse compagnie teatrali di fama nazionale, tra cui quelle di Peppino De Filippo, Enrico Maria Salerno e i fratelli Giuffrè. Inoltre, il cinema vanta la presenza di personaggi dello spettacolo e della musica leggera italiana che sarebbero poi diventati famosissimi. Grazie al maestro Morgante, ideatore del Festival dei Messapi, sul palco del Candeloro si esibirono, tra gli altri, il presentatore Corrado e i cantanti Lucio Dalla e Ornella Vanoni, all’epoca non ancora celebri. Il Candeloro chiuse al pubblico nel dicembre del 1989, segnando la fine di un’epoca importante per il cinema manduriano.
Locandina del “Festival de Messapi”. Anno 1972.
Il cinema Ideal
Voluto dal signor Miccoli, il cinema Ideal è sorto dopo la guerra e inizialmente ubicato in Via Pacelli, fu abbattuto nel 1950 per realizzare una nuova costruzione. Nel 1952, l’Ideal riaprì con un aspetto completamente nuovo, con l’ingresso principale in Piazza Garibaldi, dove prima c’era una locanda. Più ampio e moderno, il cinema fu dotato di un tetto apribile per le proiezioni estive, che successivamente divenne fisso perché d’inverno s’incuneavano gelidi spifferi. Negli anni ’80, l’Ideal divenne anche teatro e ospitò numerose manifestazioni musicali e teatrali, soprattutto commedie in vernacolo. All’inaugurazione della nuova sala, fu proiettato il film La tunica, seguito da altre pellicole di genere biblico. Negli anni ’50 e ’60, prima di ogni spettacolo, veniva trasmesso il documentario Settimana Incom, che informava il pubblico sugli avvenimenti nazionali. Grazie alla diffusione di questo notiziario, Manduria divenne nota in tutta Italia per gli scavi archeologici Degrassi effettuati tra il 1955 e il 1960. Tra i film di maggiore successo proiettati all’Ideal ci furono quelli con Amedeo Nazzari, come Angelo bianco, Catene e Figli di nessuno, e i western di Giuliano Gemma e Sergio Leone. Il resto della storia del cinema Ideal è più recente e racconta l’evoluzione culturale e artistica della città.
Il cine-teatro “Don Bosco”
Tra i superstiti dei cinema manduriani c’è il cine-teatro Don Bosco, un luogo di grande importanza per i ragazzi della città. Intorno agli anni ’60, adiacente all’Oratorio Salesiano, sorse il teatro Don Bosco, presto utilizzato anche come cinema. Le proiezioni si tenevano la domenica pomeriggio, con un unico spettacolo che iniziava alle 17:00 e terminava intorno alle 19:00. Il proiezionista era il signor Domenico Nicolì, che prestò servizio per ben vent’anni all’Istituto Salesiano. Quest’uomo, con la sua dedizione, ha permesso ai fanciulli di sognare nei piacevoli pomeriggi domenicali. Spesso accadeva che, all’apertura del cinema, i ragazzi si sfidassero in vere e proprie gare. I più veloci tra i compagni sfrecciavano lungo il corridoio della sala per raggiungere i posti in prima fila. Era piacevole essere quasi appiccicati allo schermo per guardare da vicino quelle coinvolgenti immagini. Quei “sani” film di una volta! Era altrettanto bello quando, all’uscita dal cinema, gli stessi ragazzi giocavano e imitavano le gesta dei “giganteschi” eroi apparsi poco prima: “I tre dell’Ave Maria”, “Nanu”, “Il Corsaro Nero”, “007”. E il piccolo bar posto all’ingresso della sala? Lì ci si fermava ad acquistare le “caramelle”, con il resto delle cinquecento, 350 lire, quando il costo del biglietto del cinema era di 150. Quello sì che era il “Cinema Paradiso”! Tra le attività teatrali e di intrattenimento, la sala Don Bosco vanta i festival della canzone inedita G.G.S., presentato per la prima volta nel 1964. Questa manifestazione, che si è tenuta fino a qualche anno fa, veniva ideata e organizzata interamente dai gruppi giovanili salesiani e si svolgeva nel periodo di carnevale. Nel programma, articolato in tre serate, era prevista l’elezione di Miss Mascherina e momenti di intrattenimento, con commedie brillanti. Altre novità artistiche di buon livello sono state realizzate nel corso degli anni al teatro del Villaggio del Fanciullo. I recital “Cristo 2000”, “Caino e Abele”, opere frutto dell’impegno giovanile, hanno ottenuto largo consenso dal pubblico. Tra gli anni ’80 e ’90 il cine-teatro Don Bosco cambiò look. Furono effettuati lavori di ammodernamento, sostituite le poltrone, adeguata la linea elettrica e il sistema di prevenzione incendi. Oggi, il cinema Don Bosco è attivo solo occasionalmente, ma rimane una sala accogliente e ben strutturata, che continua a conservare il suo fascino storico.
Walter Pasanisi