L’attuale chiesa della Madonna del Carmine è conosciuta anche come chiesa degli Scolopi, perché costruita dall’omonimo ordine religioso fondato da S. Giuseppe da Calasanzio nel 1617, il cui fine principale era quello di educare e istruire la gioventù “gratis, senza alcuno stipendio, mercede, salario o onorario,[impartendo] i primi rudimenti di Grammatica, Calcolo, e soprattutto i principi della Fede Cattolica, fondandoli nei buoni costumi ed educandoli cristianamente”: da qui l’altro nome di Scuole Pie con cui essa è conosciuta. Fu il sacerdote mandurino Giacomo Antonio Carrozzo, poco prima della morte, avvenuta nel 1682, a donare all’Ordine degli Scolopi tutti i suoi beni (valutati in circa diecimila ducati), finalizzati all’apertura della casa scolopica, del collegio e della chiesa.
I lavori per la costruzione di quest’ultima ebbero inizio nel 1701 e terminarono nel 1741, all’incirca nello stesso periodo in cui si conclusero quelli di Palazzo Imperiali, tanto da far supporre l’utilizzo delle stesse maestranze. Prima di descrivere l’interno della chiesa, ne ammireremo il prospetto che si erge, imponente, su due livelli: quello inferiore presenta un portale monumentale (a cui si accede tramite una comoda scalinata)delimitato da una larga fascia piatta all’interno della quale una sottile dentellatura le conferisce grazia e leggerezza. Nello stesso livello, sopra l’architrave un timpano triangolare spezzato riporta la data A.D. 1741, mentre due nicchie a conchiglia, situate ai lati del portone, accolgono le statue di S. Irene e di S. Barbara. Alzando lo sguardo, ci stupirà ancora di più il secondo piano, leggermente arretrato rispetto al primo e corredato da una balaustra su cui insistono le statue degli Evangelisti, che conferisce movimento e originalità all’intero complesso. L’ordine superiore ha tre timpani ad arco ribassato ed il timpano centrale è sormontato dalle statue della Madonna del Carmine al centro e dei santi Pietro e Paolo ai lati. In passato oltre all’ingresso principale ve ne era un altro ad ovest, lungo l’attuale via Lupo Donato Bruno, che conduceva nel giardino del convento e che, seppur fatto murare nel 1867 da D. Michele Lacaita (rettore della congregazione), fa ancora bella mostra di sé riprendendo gli elementi architettonici, la grazia e il pregio artistico del portale principale.
Ci spostiamo all’interno dell’edificio, dove notevoli evidenze artistiche attendono di essere ammirate: interamente decorato con elementi fogliari e floreali in stucco bianco nonché da putti e fregi, l’interno presenta sulla volta dodici affreschi che rappresentano episodi del Vecchio e Nuovo Testamento. Oltre al più antico altare maggiore, dedicato al SS. Sacramento, sono presenti lungo il perimetro piccole cappelle con altari minori dedicati a San Lorenzo, San Nicola da Mira, San Filippo Neri e la Madonna di Caravaggio. Notevole la presenza di alcune tele di Diego O. Bianco: Adorazione dei Magi, Apparizione della Vergine al B. Giuseppe da Calasanzio, Riposo nella fuga in Egitto; di Gaetano Bianco: Madonna del Carmine con i SS. Pietro e Paolo; di Pasquale Bianco: Un globo di fuoco divino penetra il petto di S. Filippo Neri.
A destra dell’altare maggiore, troviamo l’organo settecentesco a firma di Carlo Sanarica: esso consiste in una struttura lignea molto semplice, resa elegante da una decorazione a motivi floreali su sfondo dorato, che suddivide in tre spazi l’insieme delle canne. La struttura presenta inoltre due ante in legno, dipinte internamente con motivi floreali di colori scuri su sfondo rosso, nella parte esterna di bianco e grigio in armonia con gli stucchi circostanti. Sulla tastiera, una targa “CAROLUS SANARICA…MDCCXXXXIX (l’attività di organaro di Carlo Sanarica è ampiamente attestata e apprezzata a Lecce e provincia nella costruzione di casse d’organo a Minervino, Maglie, Sanarica, Leverano).
Inizialmente intitolata ai Santi Pietro e Paolo, è chiamata Chiesa del Carmine dal 1835, da quando cioè il vescovo Guida approvò la proposta di trasferimento della congregazione del Carmine fino ad allora operante nella Chiesa Collegiata. Nei nuovi spazi, la congregazione accrebbe le sue attività di culto: celebrò con più sontuosità la festa della Madonna sua protettrice, con l’esposizione di una statua poi sostituita da un’altra commissionata nel 1897 ad un maestro di Ostuni; nel 1876 introdusse il culto di san Lorenzo, fissando i festeggiamenti il 10 agosto e trasferendo la statua del santo dal convento dei Cappuccini nella nuova chiesa; proclamò il culto di san Paolo della Croce, essendo in quel tempo rettore il P. Francesco Saverio, passionista; commissionò infine la statua dell’Addolorata, utilizzata per la visita ai sepolcri durante la Settimana Santa. Attualmente l’unica festività mantenuta dalla confraternita è quella della Madonna del Carmine, celebrata con l’esposizione e la processione esterna della statua il 16 luglio.
Come altre congregazioni mandurine, anche quella del Carmine istituì fin dal 1816 un tesoro delle messe che andò via via accrescendosi, divenendo a fine secolo oltremodo cospicuo in virtù dei suoi circa 500 iscritti. La diffusività di tale pratica è resa nello specifico significativa dal fatto che tutti i devoti iscritti a quel ‘tesoro’ avevano diritto di sepoltura nella cappella posseduta dalla congregazione nel cimitero cittadino, inaugurato nel 1898. Proprio l’obbligatorietà della sepoltura nel cimitero da poco costruito, per tutti indistintamente, non permise di dare seguito alla volontà di Giambattista Arnò, il quale cedette una casa di sua proprietà per avere il proprio sepolcro all’interno della chiesa del Carmine: qui un pozzo e una lastra di marmo con la scritta ‘Arnò’ ne attestano il possesso (così scriveva il Tarentini nel 1899).
Bibliografia
Tarentini L., Manduria sacra, nuova ed. a cura di E. Dimitri, Barbieri editore, Manduria 2000; Perretti B., Manduria – Architettura arte società, Provveduto 2005; Guastella M., Iconografia sacra a Manduria: repertorio delle opere pittoriche (secc. XVI-XX), Barbieri, Manduria 2002.
Le immagini dei dipinti sono tratte da Iconografia sacra a Manduria, le altre dal gruppo fb Manduria sacra.








