Il Monastero ebbe origine dalla seconda metà del XVI secolo, soprattutto a seguito del legato di Alessandra Bonifacio, eseguito, dopo la sua morte, dal cognato Pirro Varrone. Il convento fu ultimato e successivamente, dal 1620 al 1640, si edificò la chiesa attigua che presenta un’armoniosa facciata a due piani. Nel piano inferiore il portale è sormontato da fastigio curvilineo; nel piano superiore v’è un finestrone, con ai lati, due nicchie. In esse hanno sistemazione le statue in pietra di S. Giovanni Battista e di S. Benedetto. Il timpano è coronato dalla statua dell’Immacolata con, ai lati, quelle di S. Scolastica e di S. Fara. Da p. Celestino Giannelli, studioso dell’arte altre volte citato, si ricava: “Nell’interno ben proporzionato, altare maggiore scenograficamente impostato con il coro sovrastante, statua di pietra dipinta della Madonna col Bambino e, ai lati, quelle di San Giovanni Battista e di S. Benedetto; in alto Crocifisso ligneo, ai lati busti lignei di S. Giuseppe, S. Gioacchino, S. Vincenzo martire e S. Agapito; Morte di S. Benedetto e di S. Scolastica, tele di Pasquale Bianchi; notevole anche una tela di S. Michele Arcangelo. Nell’annesso Monastero un notevole quadro del ‘600 raffigurante S. Giovanni Battista e S. Benedetto con data e sigla di un pittore sconosciuto”. La data, dopo ulteriori verifiche, è del 1607. Nella chiesa si conserva, dietro l’altare maggiore, l’urna con il corpo di S. Florenzo martire, ritrovato nelle catacombe a Roma e qui portato nel 1854. Fu il sacerdote pavese d. Oronzo Spagnolo che volle donarlo alla comunità benedettina. Si tratta, in realtà, dello scheletro del martire rivestito di ceramica.




Guida illustrata 2003. Pubblimmagine Pubblicità. Associazione Culturale “La Porticella”