Chiesa di Santa Lucia

Fondata nel 1540 da alcuni devoti con lo scopo precipuo di dare dignitosa e gratuita sepoltura ai poveri della città nei sepolcri che vi furono appositamente ricavati, le vicende storiche e cultuali della chiesa di Santa Lucia si intrecciano con quelle della Congregazione della morte ed orazione che fin dal 1551 ne ha fatto la propria sede.

In passato, quella che tutti i manduriani conoscono come Chiesa di Santa Lucia ha avuto differenti denominazioni: Chiesa della Rotonda  (fu la prima chiesa ad avere la cupola); Madonna della Nova (perché intitolata alla ‘Natività di Maria Vergine’); Dei Morti (per l’attività svolta dall’omonima congregazione); Di tutti i Santi (per la processione che fin dal 1600 si svolgeva col SS. Sacramento); Santa Lucia (per il relativo culto introdotto dai confratelli).

Fino al 1876 è attestata l’esistenza di una cappella molto piccola, con due soli altari (di cui il maggiore dedicato alla Natività di Maria Vergine e il secondo a S. Pietro Apostolo) e con la raffigurazione, sulla porta d’ingresso, di uno scheletro armato di falce recante la scritta Nemini parco (= non risparmio nessuno).
La volontà di ampliare la chiesa fu manifestata già nel 1774 dal priore Oronzo Micelli ma, a causa di varie vicissitudini, anche drammatiche, tutto fu compiuto dopo un secolo.
Nel 1776 la chiesa originaria venne fortemente danneggiata dall’alluvione verificatasi in quell’anno. I confratelli si prodigarono con tutti i mezzi a loro disposizione (compreso l’Alberano) per raggiungere una somma congrua all’acquisto di un suolo attiguo alla chiesa, necessario all’ampliamento, avviando l’iter burocratico per ottenere il permesso reale. Il perfezionamento all’acquisto arrivò nel 1793 ma il priore Giovanni Antonio Tarentini, succeduto al Micelli, tergiversò nella decisione di ampliamento della chiesa, concentrando tutte le risorse nell’acquisto di arredi sacri e, nel 1822, nella costruzione di una seconda sacrestia. Come spesso accade fu l’imprevedibile a far virare la Storia. Le incomprensioni da tempo esistenti con Vespasiano Schiavoni, che in quegli anni costruiva il palazzo limitrofo alla chiesa e vantava alcuni diritti che ne danneggiavano la vista, furono ricomposti in un accordo che prevedeva la cessione da parte di quest’ultimo del suolo a sud-est, su cui riedificare la chiesa, in cambio di un piccolo lembo di suolo che la chiesa avrebbe concesso allo Schiavoni. Nonostante il parere contrario del vescovo Margarita sulla demolizione (divenuto in seguito malcelato assenso), nel 1876 furono avviati i lavori, dapprima con il maestro Giuseppe Cionfi poi con il maestro Muci di Leverano. Era il 13 dicembre 1879 quando si verificò il crollo della cupola in costruzione (leggermente difforme dall’originario progetto del Cionfi), portando alla morte il Muci e due suoi operai. I lavori, sospesi per la tragedia, furono ripresi e completati nel 1880 dal maestro Giuseppe Stranieri di Francavilla per la somma di 34000 ducati. Terminati i lavori di muratura, l’arredo degli interni della chiesa avvenne quasi interamente a spese dei confratelli, finché nel maggio 1886 si ebbe la consacrazione solenne della chiesa da parte del Vescovo D. Tommaso Montefusco e la sua intitolazione al Patrocinio di Maria Vergine.

La facciata è di fattezze neoclassiche con colonne ioniche in cui è inserito un portale arricchito da una larga fascia ad elementi fogliari che prosegue in alto in una pregevole lunetta, al cui interno vi sono due volute e, alle estremità, due pinnacoli a forma di calici. Un’altra fascia decorativa è posta sotto l’architrave. L’intero ingresso è sormontato da un timpano triangolare aggettante e da un attico con due piccole torri campanarie, fatte costruire, a completamento del frontespizio, nel 1894. La cupola presenta dei costoloni e una lanterna alla sommità. La chiesa, a una navata, ha forma ottagonale scandita da otto grosse colonne rastremate; in alto, insistono otto finestre, una per ogni lato dell’ottagono.

Vi sono cinque altari. Oltre all’altare maggiore dedicato al Patrocinio di Maria Vergine situato in una imponente conca absidale, gli altri altari sono dedicati a S. Lucia (il cui culto fu introdotto nel 1700 insieme a quello delle Sante Apollonia e Agata, oggi dismesso), a S. Trifone (pastore dell’Asia Minore, venerato la prima domenica di maggio, come protettore contro l’invasione delle cavallette che si ebbe negli anni 1763-64), a S. Francesco di Paola (il cui culto fu introdotto nel 1765,in seguito alla richiesta di un frate del relativo ordine dei Minimi, che spesso era in città per questuare), alle Anime Purganti.
Sono presenti le statue di S. Lucia (in cartapesta, commissionata al maestro Depaschalis di Lecce); di S. Trifone (commissionata ad uno scultore di Ostuni nel 1817, raffigurato con delle oche, animali che mangiano le cavallette); di S. Francesco di Paola (in cartapesta); della Madonna della Nova (in legno, commissionata ad un artista napoletano nel 1710); dell’Addolorata.
Pregevoli le tele presenti (riportate in foto): Madonna del Carmelo e anime purganti (opera dell’artista ostunese Antonio Epifani, 1890); S. Francesco di Paola (opera del manduriano Carlo Arnò, 1887); S. Apollonia’ e ‘S. Agata (entrambe opere di artisti meridionali, datate nella seconda metà del ‘700).

BIBLIOGRAFIA

Tarentini L., Manduria Sacra, nuova edizione a cura di E. Dimitri, Barbieri ed., Manduria 2000; Perretti B., Manduria – Architettura arte società’ Provveduto ed., Manduria  2005; Guastella M., Iconografia sacra a Manduria: repertorio delle opere pittoriche (secc. XVI-XX), Barbieri ed., Manduria 2002.
Le immagini relative ai dipinti sono contenute nel volume del Guastella; le altre sono tratte dal gruppo Facebook ‘Manduria Sacra’.

Chiesa di Santa Lucia

Chiesa di Santa Lucia, Abside

Chiesa di Santa Lucia, Cupola

Chiesa di Santa Lucia, Interno

Chiesa di Santa Lucia, Statua di Santa Lucia

Chiesa di Santa Lucia, Statua di San Trifone

Chiesa di Santa Lucia, Statua dell’Addolorata

Chiesa di Santa Lucia, Madonna del Carmelo e Anime Purganti

Chiesa di Santa Lucia, San Francesco di Paola

Chiesa di Santa Lucia, Sant’Agata

Chiesa di Santa Lucia, Sant’Apollonia