Nel 1885, in vico III M. Bianchi (già Vico III S. Maria, nei pressi della chiesa di S. Maria di Costantinopoli), è stata scritta una preziosa pagina di storia religiosa e devozionale mandurina. Ancora oggi, nascosta agli sguardi dei più, si svela pian piano procedendo lungo la via una piccola e distinta cappella, fondata da un illustre sacerdote mandurino, Leonardo Tarentini, sotto il titolo dell’Immacolata Concezione ed il patrocinio di S. Agnese Vergine e Martire.
Tutto ebbe inizio intorno al 1870 grazie allo zelo e al fervore religioso di Padre Francesco Saverio Passionista , il quale «desideroso che le giovanette d’ogni ceto crescessero sempre più ben avviate al sacro timor di Dio, conoscendo quanto la vita ritirata, la modestia, la frequenza dei Santi Sacramenti fossero mezzo efficacissimo alla custodia di sé stesse e della purezza, insinuò a parecchie fanciulle congregarsi sotto la protezione della Vergine Immacolata» (TARENTINI, p. 229).
La congregazione, che si chiamò ‘Pia Unione delle Figlie di Maria’ , chiese ed ottenne (26 maggio 1872) di essere aggregata come Primaria a quella romana istituita nella chiesa di S. Agnese fuori le mura, condividendo con quest’ultima tutte le grazie spirituali.
Dapprima riunitasi nella chiesa dell’Immacolata, la ‘Pia Unione delle Figlie di Maria’ successivamente ebbe come sede la chiesa di San Francesco, e, quando padre Saverio venne eletto prima provinciale poi Generale dell’Ordine, il Vescovo Margarita ordinò al sacerdote Leonardo Tarentini di assumerne la direzione.
In seguito alle rimostranze del nuovo padre provinciale, il nuovo direttore decise di erigere una cappella da assegnare alla ‘Pia Unione’. Egli si prodigò così di acquistare personalmente dei locali da adibire allo scopo. In particolare, nel mese di giugno 1885 si ebbe il primo rogito con cui il Tarentini «dichiara di comprare per sé e i eredi suoi i due locali della stalla e pagliara siti in questo abitato al vico terzo della via Santa Maria, coi lastrici solari, scalinata per ascendere sui lastrici medesimi ed il piccolo scoverto per mezzo del quale, la stalla comunica colla pagliara e colla scalinata anzidetta (…)». Il prezzo convenuto fu di Lire cinquecento «che la venditrice, Signora Addolorata Schiavoni dichiara di aver ricevuto per intero e in effettivo contante dalle mani dell’acquirente Signor D. Leonardo Tarentini a cui rilascia per ciò definitiva ed apposita quietanza». Successivamente, in data 15 luglio 1885, venne redatto un altro rogito per l’acquisto di un ulteriore pezzo di ortale, di proprietà del Signor Luigi Schiavoni fu Diego, contiguo ai locali acquistati il mese precedente, sempre al vico terzo S. Maria, anticamente Terrarossa. Lodevole e nobile il gesto del notaio Nicola Doria il quale, rinunciò al suo onorario, accollandosi altresì tutte le spese dell’atto notarile.
I lavori edili, affidati al maestro muratore Luciano Carone, ammontarono a L. 2.500 e si protrassero fino a gennaio dell’anno successivo.
Il 17 gennaio 1886 la nuova cappella fu benedetta solennemente e, a perpetua memoria dell’evento, venne incisa la seguente lapide sulla porta d’ingresso, attualmente custodita all’interno:
IMMACULATAE VIRGINI MARTIRIQUE AGNETI
SAC. LEONARDUS TARENTINI
DIRECTOR PIAE UNIONIS FILIARUM MARIAE
DE PROPRIIS EARUMDEM SUMPTIBUS
FECIT ET DICAVIT SACELLUM HOC
A.D. MDCCCLXXXVI
La cappella consta di un ambiente di metri dieci di lunghezza e sei di larghezza. Ha un solo altare, in legno, ai lati del quale si aprono due nicchie contenenti le statue dell’Immacolata e di S. Agnese Vergine e Martire.
Quest’ultima è raffigurata come una giovane donna, con un agnello in braccio e con la palma simbolo del martirio. Il simbolo dell’agnello si riferisce all’assonanza con il nome ‘Agnese’ nel significato di ‘pura’, ‘casta’; esso è presente anche in una tela posta sopra l’altare, dove compare ai piedi della santa, insieme a un gruppo di fanciulle che indossano la medaglia dell’Immacolata.
All’interno della cappella è presente altresì l’antica statua della Madonna della Cintura, opera di pregevole fattura, di probabile datazione settecentesca.
Per molti anni chiusa alla frequentazione dei fedeli, recentemente la cappella è stata riaperta al culto.
Per approfondimenti, TARENTINI L., Manduria Sacra, nuova edizione, a cura di E. Dimitri, Barbieri, Manduria 2000. Si ringrazia Ioannes Del Sorriso per la documentazione fornita.