Il Carosello di Manduria. “Cummarazzu”. Presidio slow food.

Il carosello di Manduria, in dialetto detto cummarazzu, è ricoperto di peluria (tomentosità), di colore verde chiaro (alcuni possono presentare striature verdi), con una forma sferica e un peso che varia tra i 150 e i 300 grammi. Questo prodotto è considerato una verdura, ma in realtà è un frutto che si consuma in estate, immaturo, come alternativa al cetriolo. Si distingue per la corteccia sottile, la polpa bianca e un aroma piacevole. Gli agricoltori pugliesi hanno selezionato e incrociato diverse varietà di meloni locali, ottenendo nel tempo caroselli di dimensioni, forme, colori e pelurie differenti sulla superficie.

Il carosello di Manduria viene piantato con il metodo della semina diretta, nel mese di marzo, su terreni argillosi e in piccoli appezzamenti. Il seme dell’anno precedente è conservato dagli agricoltori per l’annata successiva. La raccolta del carosello è scalare: inizia alla fine di maggio con i primi frutti immaturi e prosegue fino alla fine di luglio. Se il carosello viene raccolto in uno stadio troppo avanzato di maturazione, al palato perde croccantezza, poiché la polpa diventa spugnosa e il prodotto perde molto in termini qualitativi.

Il carosello di Manduria può essere consumato fresco, nelle insalate verdi, con pomodori (o il pomodoro di Manduria) o accompagnato alla purea di fave. Viene prodotto a Manduria e in alcuni comuni limitrofi, ma si coltiva anche nel Brindisino. Pochi contadini ne conservano ancora le sementi, coltivandolo per uso privato, sostituendolo spesso con colture più facili da gestire.