Il digiuno dell’Immacolata, la ‘Carta di Casalnovo’  e il ‘Libro Magno del Digiuno’

Le motivazioni dell’antichissima pratica del digiuno «in pane e acqua che ad onore dell’Immacolata Concezione di Maria sempre Vergine suol farsi dalli confratelli di detta Immacolatissima Signora», da numerosi fedeli in Manduria e in tutto il mondo cristiano sono da ricercare nella volontà di protezione del popolo di Casalnuovo (così si chiamò Manduria dal 1090 al 1789) dalle conseguenze nefaste dei continui temporali e dei pericolosi fulmini, che intorno alla metà del XVII secolo furono causa di innumerevoli eventi luttuosi.

Avvenne che don Andrea Durante, Rettore della Confraternita dell’Immacolata, si rivolse a Suor Maria Villani, che godeva fama di santità in Napoli, la quale gli consigliò che i Confratelli e i cittadini tutti osservassero un digiuno a pane e acqua, ciascuno in un giorno designato a sorte, in modo da aversi ogni giorno dell’anno uno o più casalnovitani che digiunassero in onore dell’Immacolata. 

Sulla data di inizio del digiuno le fonti sono discordanti: il Fistetto (‘Se Concetta ho Maria…’ p. 63), dopo serrate argomentazioni al riguardo, la fissa al 1648, assumendo come termine post quem non il 1656. Presto tale pratica devozionale si estese anche fuori i confini d’Italia coinvolgendo feudatari, sindaci, illustri cittadini che chiedevano al Priore ‘di essere ascritti al digiuno’. Nato nell’ambito della Confraternita dell’Immacolata di Casalnuovo, diffusosi da Terra d’Otranto al Regno di Napoli, dal Regno di Francia a quello di Spagna, il ‘digiuno a pane e acqua’ finì con l’essere universalmente riconosciuto in tutto il mondo cristiano e sancito dalla Bolla papale del 10 luglio 1676 di Papa Clemente X.

L’assegnazione della giornata nell’anno era effettuata dal Priore tramite sorteggio (per non privilegiare alcuno) ed era riportata su una specie di ‘tessera devozionale’: la ‘Carta di Casalnovo’ o Carta ti li tròniti = (dei tuoni), una xilografia che rappresentava la Vergine coronata di stelle tra due angeli, con uno spazio nella parte inferiore dove scrivere il nome del richiedente, la data stabilita per il digiuno e un distico tratto da una giaculatoria scritta da un tal poeta popolare Michele.
È un fatto che fino al 1983 (anno dell’emanazione del Codex Juris Canonici che lo soppresse) la tradizione cattolica prevedeva l’obbligatorietà del digiuno il 7 dicembre (la scelta di praticarlo in un giorno diverso divenne via via volontaria e personale).

Massima espressione di tale pia pratica penitenziale è Il Libro Magno del Digiuno, consultabile in formato digitale al seguente indirizzo http://www.internetculturale.it/it/64/partner/27848/biblioteca-civica-pietro-acclavio-taranto.
Il Libro Magno del digiuno, restaurato a cura del Comune di Manduria, presso l’Abbazia benedettina di Noci nel 1998, si presenta in ottavo regolare (misura cm. 21×30), comprende 910 carte manoscritte al recto e al verso, per un totale di 1820 pagine. Ogni carta è stata numerata, lato recto in basso a destra, con un numero arabo da Michele Greco in occasione della conferenza da lui tenuta nel 1960, a seguito della quale si ottenne che il manoscritto fosse ‘affidato’ alla biblioteca comunale, rimanendo tuttavia di proprietà della Confraternita. Su ogni carta l’elenco dei nomi è disposto quasi sempre su due colonne, a volte su tre, soprattutto quando sono registrati nomi di personalità di rilievo per riportarne l’intero titolo nobiliare. Il volume è stato compilato a più mani, in un arco di tempo che va dal 1678 al 1854.
Una sua prosecuzione può essere considerato un secondo manoscritto, in formato ottavo lungo (misura cm. 16×37). Esso è datato 1865, ma in realtà la trascrizione dei nomi dei devoti parte dal 1862, da quando cioè l’Arciprete della Collegiata, Salvatore Greco, volle ripristinare l’antica tradizione (interrotta per pochi anni solo nella registrazione scritta), istituendo un secondo Libro che arriva fino al 1940. Anche questo secondo Libro presenta un Titolo Nomi e Cognomi dei divoti che si ascrivono volontariamente al digiuno ed al Santo abitino della Venerabile Arciconfraternita della Beatissima Vergine Maria Immacolata. Rinnovata in Manduria nella sua Chiesa.

Il percorso digitale comincia accedendo all’indirizzo http://www.internetculturale.it/it/64/partner/27848/biblioteca-civica-pietro-acclavio-taranto. Dalla home page si entra in ‘Collezioni digitali’, quindi in ‘Storia locale. Taranto e il suo territorio’. A fondo pagina, in ‘Istituti collegati’, si trova in elenco ‘Biblioteca comunale Marco Gatti – Manduria’. Ci siamo quasi! Alcune informazioni essenziali sul patrimonio librario della Gattiana e finalmente il Librone Magno del digiuno a pane e acqua comparirà entrando in ‘Vedi biblioteca digitale’: sarà il primo dei manoscritti che apparirà. Cliccando ‘Confraternita dell’Immacolata <Manduria>, provenienza’ saranno visibili i due manoscritti costituenti il Libro, MS. Rr/7 e MS Rr/8: il primo racchiude gli anni dal 1678 al 1854, il secondo dal 1862 al 1940.
Per quanto riguarda il primo manoscritto (MS. Rr/7), dopo le informazioni di catalogazione, si entra in ‘Dettaglio’ (una breve storia del digiuno) oppure in ‘Vedi’ (visione delle singole pagine del prezioso volume). Dopo aver sfogliato le prime carte bianche (usando le freccette verdi ai lati della schermata), compare il Frontespizio del volume, recante come Titolo (in un carattere calligrafico che si distingue per finezza ed eleganza): Catalogo di tutti quelli forastieri, che sono scritti alla divotione del digiuno ad ‘honore della Purissima Concettione di Maria sempre Vergine Immacolata acciò ci liberasse da Tuoni e Fulmini. Sulla carta 5r si legge:  Libro seu Catalogo de nomi delli Fratelli, li quali sono ascritti alla divotione del digiuno perpetuo in pane, ed acqua in honore della Concetione Purissima di Maria nella Congregatione di detta Santissima Concetione dentro la Chiesa della Madonna della Gratia di questa Terra di Casalnuovo ascritti d’ordine e volontà di detta Congregazione. Secondo il Fistetto, la presenza di queste due pagine, contenenti entrambe diciture assimilabili a ‘Titoli’, si spiega considerandoli incipit di due manoscritti differenti messi assieme in seguito ad una rilegatura poco accorta. Seguono l’anno di inizio della trascrizione (1678) e i nomi del Priore, degli assistenti e talvolta del Segretario. Al di là del mero elenco di nominativi, pure interessante per la provenienza e il numero considerevole di devoti, l’interesse del Libro cade su alcune ‘Carte’, ad esempio la Carta 9 sul cui verso è riportato «Terre notate dopo stampato il libretto»; la Carta 10, sulla pagina al recto reca «Chiave, per ritrovare le Città, Terre, e Casali, che sono scritti al digiuno perpetuo»; le carte da 19 a 21 riportano la filastrocca del poeta popolare Michele. E scorrendo… la Carta 327 sul cui verso è annotato «Sua maestà Francesco I con tutta la sua Reale famiglia». All’interno del manoscritto in esame, troviamo altresì inseriti alcuni importanti documenti, attentamente esaminati dal Fistetto, fra i quali un rogito notarile del 1693 (Carte 868, 869, 855, 856) con cui l’Università di Monterosso in Sicilia formalizza in maniera ufficiale e solenne l’impegno a rispettare “la polisa ricevuta” (la Carta di Casalnuovo); in questo caso specifico il ricorso alla pia pratica trova la sua ragion d’essere nello scampato pericolo di un disastroso terremoto avvenuto in gennaio di quell’anno. E tanto altro ancora c’è da scoprire …
Lo stesso percorso porterà a visualizzare il secondo manoscritto (MS. Rr/8). Anche questo secondo Libro presenta un Titolo: Nomi e Cognomi dei divoti che si ascrivono volontariamente al digiuno ed al Santo abitino della Venerabile Arciconfraternita della Beatissima Vergine Maria Immacolata. Rinnovata in Manduria nella sua Chiesa. I nominativi elencati compaiono sulla ‘Carta 4’, ma non seguono uno stretto ordine alfabetico, arrivando, in alcuni periodi, ad essere inseriti alla rinfusa. In questo secondo ‘Libro’ vi è un documento (carte 13-16) che suscita interesse e fa riflettere sui piccoli grandi cambiamenti apportati nella Storia dal progresso (in questo caso negli strumenti di comunicazione). Si tratta di un elenco con busta e francobollo delle “Reali Poste Italiane” di centesimi 20, indirizzato all’Arciprete don Salvatore Greco da parte del Sac. Pasquale Marasco di Sambiase. Significativo il testo (riportato dal Fistetto) nel quale, dopo aver chiesto che il giorno del digiuno non fosse sorteggiato ma stabilito il giorno della vigilia della festa dell’Immacolata, ci si raccomanda di far sapere «quanto costano le pagelle, e le spese postali, anzi se ne mandate di più pagelle, ve ne manderò i rispettivi nomi e cognomi con la somma in cartolina vaglia» (p. 128).

BIBLIOGRAFIA:
Fistetto Michelino, Se Concetta ho Maria… – Ricerca storica sulla Confraternita dell’Immacolata di Manduria, sulla chiesa omonima, sulla particolare devozione del digiuno a pane e acqua, Barbieri, Manduria 1997.

Frontespizio del primo manoscritto
Frontespizio del secondo manoscritto
Carta di Casalnovo o Carta ti li tròniti