Il palazzo reale di Manduria sorgeva in prossimità del Fonte e ad ovest dello stesso, fornito di atrio e di una piazza principale che prospettava il Fonte medesimo, il centro dell’atrio veniva decorato da una cerva di marmo che volgarmente era chiamata Cervarezza. Questa reggia e cerva, che dié luogo a Virgilio di formare una favola, è molto contesa dagli scrittori salentini che si affaticano con tutte le forze nel dimostrare qual era Tiria o Thria, città voluta da Strabone fra Taranto e Brindisi, tanto fortunata per questa reggia. “La grotta, racconta un’altra leggenda, servì qualche secolo dopo a nascondere una chioccia con i pulcini d’oro trafugata dai Messapi (nel frattempo sostituitisi ai Fenici) agli odiati vicini, i Tarentini. A guardia della grotta e della chioccia, si dice, fu posta una cerva sacra, la “cervarezza”. La grande cerva bianca è un animale totemico, infatti sono stati ritrovati recentemente nei campi dell’Arneo numerosi scheletri cervidi. La Cerva Regia, detta ancora dal popolo la Cervarezza, è posta dalla tradizione a guardia del tesoro sacro alla divinità del Fonte, ricco di acqua lustrale che veniva attinta dalla vasca dai sacerdoti per cospargerne i guerrieri ed abbeverare i cavalli onde dar loro ardire per le future lotte contro gli aggressori.