La Corda.

La “corda”: due bambine facevano ruotare una corda, tenendola per le estremità, mentre le altre, che si davano nomi di frutto (miliddu, mela; piru, pera; maráncia, arancia; úa, uva), a una a una, cercavano di saltare in tale corda. Chi non riusciva a saltare cedeva il posto alla compagna il cui nome (di frutto) era stato pronunciato quando era avvenuto lo sbaglio. Le bambine gareggiavano nell’esibizione di resistenza al salto, o da sole, tenendo con le due mani i capi di una corda, oppure saltando la corda che due compagne, tenendo gli estremi, facevano roteare scandendo la seguente filastrocca: «Mela, pera, arancia, uva, limone, fico, seta (melagrana), cutùgnu, melacotogna e mandarino, mela pera…», e cosi via, fino a quando una bambina che sbagliava nel salto subentrava quella cui era stato attribuito il nome del frutto che si nominava nell’istante dello sbaglio.

C’era una volta in una masseria …”  di Anna Stella Mancino. Quaderni Archeo. N° 2, marzo 1997. Barbieri editore. La donna ieri e oggi – il vissuto nelle immagini (1880-1945). Pubblicazione dell’Istituto “L. Einaudi” Manduria. Anno 1996.