La cumèta ( il moderno aquilone): i materiali occorrenti erano un foglio di carta abbastanza spesso, colla (preparata mescolando acqua e farina), due sottili canne legate a croce e un filo di spago piuttosto resistente (azza). Una volta fissata la piccola intelaiatura di canne alle estremità del foglio e praticato un foro in cui far passare lo spago, non restava altro che far librare la cumèta nel cielo. La competizione stava senza dubbio nel fare l’aquilone più bello (a tal fine ci si adoperava anche a dotarlo di una coda fatta sempre di carta) ma assai più importante era che la propria cumèta rimanesse in aria più a lungo di quella dei compagni.
“C’era una volta in una masseria …” di Anna Stella Mancino. Quaderni Archeo. N° 2, marzo 1997. Barbieri editore.