La drammatica sorte dei caccia italiani  del Magg. Cenni, decollati da Manduria per la conclusiva missione di guerra contro gli Alleati durante la seconda guerra mondiale.

La storia spesso narra di eventi determinati dagli esseri umani, come le guerre che rendono noti se stesse, i belligeranti e i luoghi dove si sono combattute. Nella ricostruzione dei conflitti moderni è più facile reperire fonti, sia scritte che orali, o tramite la visione dei combat film. Solitamente, però, siamo a conoscenza solo delle operazioni belliche più importanti, tramandateci nel corso della storia. Ci sono state tuttavia azioni militari anonime e marginali, all’interno di noti teatri di guerra, che, pur non avendo mutato il corso degli eventi, sono state condotte con valore da uomini di grande audacia. Gli episodi qui narrati si riferiscono proprio ad alcune di queste operazioni svolte durante la Seconda Guerra Mondiale e che hanno interessato direttamente la nostra città.

Nel luglio del 1943, mentre era in corso in Sicilia lo sbarco degli anglo-americani, gli Alleati, infastiditi dalle incursioni dei caccia italiani decollati dall’aeroporto calabrese di Crotone, ne decretarono la distruzione. (…) Così cessò quasi di esistere quella piccola forza aerea d’attacco composta da aerei italiani, impiegata per affrontare lo sbarco presso le coste sud-orientali della Sicilia. Dopo quel tragico pomeriggio del 13 luglio, il Comando della 4^ Zona di Bari, constatata ormai la vulnerabilità del campo di Crotone, decise di trasferire gli aeroplani superstiti in un’altra zona (…) Il campo di aviazione prescelto per il 5° Stormo fu quello di Manduria. Nella stessa data, 32 aerei decollarono dall’ormai distrutto aeroporto calabrese alla volta della nuova e poco conosciuta base di Manduria. Nei giorni successivi, la consistenza dei velivoli presso il nostro aeroporto aumentò di alcune unità, grazie al rinforzo di aerei trasferiti da altri campi di volo italiani.

Alla base di volo di Manduria, si organizzarono freneticamente nuove missioni per i caccia che dovevano contrastare la testa di sbarco avversaria in Sicilia. (…) L’obiettivo era una formazione navale nemica avvistata presso Augusta. (…) L’esito della battaglia fu disastroso: sei aerei italiani vennero abbattuti dai numerosi caccia Spitfire inglesi presenti nella zona di operazione, e non fecero più ritorno a Manduria. La lotta contro gli Alleati in Sicilia divenne sempre più impari: in pochi giorni il 5° Stormo perse quattordici aerei. Nonostante le sconfitte, presso la base della nostra città si riorganizzò una linea di volo composta da 23 caccia, alcuni dei quali di nuova costruzione ma già operativi. (…) Il reparto era provato, e le dolorose perdite in pochissimi giorni avevano fiaccato lo spirito degli uomini. (…) Le fitte formazioni di bombardieri anglo-americani solcavano più volte i cieli di Puglia.

Nel frattempo vennero condotte altre operazioni sulla Sicilia, portate a buon fine dai piloti italiani. Intanto, a Cassibile, il 3 settembre 1943, alle ore 17:15, venne firmato l’atto di resa incondizionata dell’Italia, noto come “corto armistizio”. Secondo gli accordi, l’armistizio doveva essere divulgato sei ore prima dell’imminente sbarco alleato sulle coste calabresi, ma una serie di fraintendimenti tra le parti costrinse a rinviare l’operazione. (…) Tuttavia, per i piloti del 5° Stormo, la “guerra continuava” per coprire, nei confronti dei tedeschi, la manovra di sganciamento italiana, già predisposta ma mantenuta segreta. (…) Avvenne così lo sbarco delle truppe alleate sulle coste della Calabria (Operazione Baytown). Gli aerei di Manduria erano gli unici in grado di colpire gli avversari. Dieci RE 2002 decollarono dal nostro aeroporto per attaccare in picchiata i mezzi da sbarco nemici lungo la costa reggina. (…) Lo scenario di questo nuovo settore di lotta era allucinante. (…) Per fortuna, la missione andò a buon fine. Il giorno successivo, alle ore 11:25 del 4 settembre 1943, nel silenzio di Manduria, 12 Re 2002, al comando del Magg. Cenni, erano in procinto di decollare per un’azione offensiva. I pochi superstiti del 5° Stormo d’Assalto furono mandati allo sbaraglio ancora una volta, a morire per niente. (…) Sui cieli d’Aspromonte, i nostri aerei, dopo due assalti e feroci combattimenti con il nemico, ingaggiarono duelli ravvicinati dall’esito drammatico con 200 Spitfire. Tre velivoli, tra cui quello del Magg. Cenni, vennero abbattuti e i loro magnifici piloti morirono. (…) L’ultima azione di guerra contro le forze Alleate fu fatale. A Manduria si apprese la notizia dell’armistizio ascoltando casualmente Radio Algeri. Alla fine della guerra, alla Bandiera del 5° Stormo Caccia verrà concessa la Medaglia d’Oro al Valor Militare.

Walter Pasanisi