Il teatro, già per gli antichi popoli, rappresentava la culla dello spettacolo ed è tuttora riconosciuto e apprezzato dalla società moderna. Manduria, che ha sempre valorizzato ogni forma artistica ed espressiva umana, non è rimasta indifferente alla cultura teatrale. Molte sono le compagnie filodrammatiche cittadine che, attraverso il palcoscenico, hanno fatto e fanno rivivere allo spettatore momenti passati e presenti, legati a usi e tradizioni della nostra gente. Nato dapprima nelle parrocchie, con sporadiche rappresentazioni, il teatro cittadino si è concretizzato nel tempo in compagnie teatrali permanenti.
La filodrammatica “Ce Tiempi”
La più nota e veterana filodrammatica della nostra città è la “Cè Tiempi”. La citata compagnia ha debuttato il 18 marzo del 1973 con “Nci oli fectutu vagliù”, sketch scritti e diretti da Antonio Pesare e Leonardo Dinoi. Nello stesso periodo è stata rappresentata la commedia “Cè Tiempi”, il cui titolo ha dato il nome alla filodrammatica che l’ha messa in scena. Questi sono gli anni di avvio del teatro popolare locale, che hanno portato la “Cè Tiempi” a impegnarsi in una vasta attività artistica, espressione di valorizzazione, conservazione e riproposizione degli usi e costumi manduriani. Nell’ambito della manifestazione “Marzo Manduriano” del 1976, che ha visto ospiti i comici Santonastaso, Pippo Franco e il prestigiatore Silvan, la “Cè Tiempi” ha presentato al teatro Candeloro “Ci no jè piomica è fami” e “Carmu carmu sciuscè” di A. Pesare, oltre a “Una moglie per due mariti”. Molteplici sono le rappresentazioni teatrali che la suddetta filodrammatica ha portato in scena sui palcoscenici di altre città pugliesi. Se ne citano alcune: nel 1982 la commedia “Lu truenu ti marzo” è stata presentata ad Avetrana, S. Giorgio Jonico e nell’ambito della rassegna “TeatrEstate” a Oria. Il 20 gennaio del 1976, in occasione di una serata di beneficenza, è stata inscenata al teatro Roma di Ostuni la commedia “Il sindaco del rione Sanità”. Lo stesso De Filippo, autore del lavoro teatrale, fu invitato ad assistere alla rappresentazione. Non potendo intervenire per un malore temporaneo, inviò un caloroso biglietto di auguri alla “Cè Tiempi”, esprimendo il suo plauso per l’iniziativa. La filodrammatica continua a mettere in scena rappresentazioni in vernacolo sui palcoscenici cittadini, che riscuotono sempre un ampio consenso da parte del pubblico. Ciò ha consentito alla compagnia di meritare il titolo di “Filodrammatica cittadina”, riconoscimento attribuitole dalla giunta municipale di Manduria con la delibera n. 629 del 3 luglio 1992.
Gruppo Culturale Teatro dell’Arte
Il “Gruppo Culturale Teatro dell’Arte” è stato fondato negli anni Ottanta a seguito della scissione dal Circolo Nuovo Italsider, col quale aveva contribuito alla realizzazione di diversi lavori teatrali. Nel dicembre del 1983, con la nuova denominazione, il “Gruppo Teatro dell’Arte” presenta la prima edizione della manifestazione “Teatro al Ghetto” (in collaborazione con la parrocchia S. Michele Arcangelo e il comitato zona Matera). Con questa rappresentazione, i figuranti inscenano la nascita di nostro Signore Gesù nella suggestiva cornice dello storico vicolo cittadino. L’anno seguente il “Teatro dell’Arte” propone “Una domanda di matrimonio”, commedia in due atti unici scritta da Anton Čechov, e “Quale onore” di Peppino De Filippo. Nel 1985 il gruppo ha reso omaggio all’insigne cittadino, poeta e scrittore M. Greco, rappresentando le opere da lui scritte e tradotte in vernacolo, “Lu massaru Cricoriu rusci rusci” e “La capasa”. L’attività della compagnia è molto vasta. Con una commedia scritta da Leonardo Lacaita, infatti, ripropone segmenti di civiltà contadina che col tempo tendono a scomparire e il cui valore andrebbe ricercato e rivalutato. “La Tarantata” è il titolo della commedia che, nel rito mistico di questa danza, ritrova e riflette tutto il folklore locale. Nel 1994, in occasione della Settimana Santa, il “Teatro dell’Arte” (in collaborazione con la filodrammatica “Cè Tiempi” e il “Centro Culturale Elaiv”) ha inscenato la passione di Gesù Cristo in un dramma di buon livello intitolato “Gesù Nazareno”. Si citano infine: “Natali a casa ti lu Nardu”, ispirata al capolavoro di E. De Filippo (Natale in casa Cupiello), e “Poru Ton Peppinu”. Quest’ultima, che ha nei contenuti un nostalgico ritorno agli anni Cinquanta, rappresenta storie di vita quotidiana, stemperate da umanità e sentimento, che ruotano attorno al chierico Ton Peppinu. Questi sono i prestigiosi lavori che il “Teatro dell’Arte” ha tratto dalla vita manduriana e trasposto sul palcoscenico.
Gruppo Pasquale Spina
Il gruppo è sorto nel 1990 con la denominazione “Amici del Teatro Dialettale”. Nel 1993 questa compagnia ha acquisito il nome di “Gruppo Teatro Pasquale Spina”, per ricordare, nel decimo anniversario della sua morte, il cittadino Pasquale Spina, cultore del vernacolo e delle tradizioni popolari manduriane. Fino ad oggi, la compagnia ha rappresentato solo lavori scritti e diretti da Leonardo Dinoi. “Tutti i testi rappresentano anzitutto l’azione del linguaggio classico manduriano, lo studio della psicologia dei personaggi e la ricerca delle tradizioni” (L. Dinoi). Tra i lavori teatrali più importanti del “Pasquale Spina” si ricordano: “Ci ti pecura ti faci”, “Spetta ciucciu mia”, “A Santi e carosi” e “Cani iastimatu”. Quest’ultima commedia, ricca di monologhi a volte brillanti talvolta seri, si caratterizza per i messaggi di forte carica emotiva trasmessi dal protagonista. Sul palcoscenico si rappresenta la vita familiare intorno alla quale ruota l’intera opera, evidenziando la figura di un padre troppo protettivo nei confronti dei figli. Il “Gruppo Teatro Pasquale Spina” ha partecipato a numerose manifestazioni teatrali, ottenendo ottimi piazzamenti e lodevoli riconoscimenti, come nelle varie edizioni del “Festival Dialettale di Pulsano” e nella rassegna del “Teatro Dialettale” di Crispiano. Ha inoltre rappresentato un lavoro scritto da Emilio Greco e ridotto da Leonardo Dinoi, intitolato “No e cieddi, no! Nu illanu eti”. La commedia, ambientata nella Manduria del 1911, ritrae aspetti sociali maturati nel contesto degli sconvolgimenti politici e storici dell’epoca. Il lavoro teatrale evidenzia i problemi dell’agricoltura, ormai sopraffatta dall’industria, che in nome del progresso l’ha affossata. Durante il periodo della colonizzazione dell’Africa, mentre lo Stato italiano spingeva per colonizzare una “terza sponda”, i nostri contadini vivevano nell’illusione di poter coltivare nuove terre vergini.
La Filodrammatica “Scene e Immagini”
Nel 1994, il curatore e regista della filodrammatica “Cè Tiempi” si è separato dalla compagnia e ha fondato una nuova compagnia, cimentandosi nel teatro in italiano: la “Scene e Immagini”. La neonata filodrammatica, che si discosta dal repertorio in vernacolo delle altre compagnie locali, ha debuttato il 27 febbraio dello stesso anno con “Da giovedì a giovedì”, una commedia in due atti scritta da Aldo De Benedetti. La rappresentazione narra la storia di una coppia la cui unione viene sconvolta dalle fantasie inconfessate della moglie, che, dopo aver visto un film, si immedesima nella protagonista. Questo immaginario mutamento origina divertenti equivoci e situazioni bizzarre. Nel 1995 la “Scene e Immagini”, in prima nazionale assoluta, ha presentato al teatro Don Bosco di Manduria “Appuntamento d’amore”, una commedia dal copione impegnativo e interpretata in modo brillante, replicata a Toritto (Ba) e in provincia di Taranto a Crispiano e Sava.
“Gruppo Teatrale Cce Famija“
Nata nel 1980 tra amici uniti dall’amore per il teatro, questa compagnia è stata voluta dal reverendo Padre Gabriele Meccariello dei Servi di Maria, già fautore della Passione e Presepe viventi. Alle origini la “Cce famija” presentava i propri lavori teatrali sui palcoscenici parrocchiali della nostra città, in seguito nei teatri manduriani con rappresentazioni in vernacolo che ritraggono colorite situazioni di vita familiare, (Culacchi). Ogni commedia ha un finale ricco di messaggi a contenuto morale. Esilarante è il lavoro teatrale dal titolo “Puru li ricchi chiangunu”, la cui divertente trama, è la parodia in chiave brillante della nota telenovela: “Anche i ricchi piangono”. Una contessa, durante un viaggio a Manduria, smarrisce la propria figlia nello zoo di S. Cosimo. Non dandosi per vinta, la ricca signora ritorna a Manduria dopo alcuni anni e casualmente la ritrova; tutto questo non privo di colpi di scena. Nella rappresentazione teatrale “Ogni casa ncè na croci”, si ritrae invece, la vita di una modesta famiglia con le sue disavventure, (li cruci). In questa commedia sono interpretati i personaggi tipici del paese: la “cummari”, vicina di casa impicciona e pettegola; la “socra” autoritaria; la “soru zitilloni”;” lu fiju” emigrato al nord per studiare.
Il “Gruppo Impegno Teatrale”.
Il “Gruppo Impegno Teatrale”, composto da attori provenienti da altre compagini filodrammatiche cittadine e di provata esperienza teatrale, è nato nel 1996. Il debutto è avvenuto il 4 Dicembre del 1994 con la commedia in vernacolo, “Teresina ”.
Quest’opera ispirata ad un’altra, scritta dall’autore neretino Mimmo Spada, tratta di usanze della gente di paese, che spesso equivoca su vicende che accadono in ambito locale, (in questo caso tra una cavalla ed una ragazza). “L’Impegno Teatrale” ha rappresentato la commedia “La Occa ti li cristiani”. Con questo lavoro si ritraggono sempre le stesse scene di stile popolare e le usanze dei paesi del sud di tradizione contadina. Si evidenzia il giudizio della gente nei confronti degli altri, che spesso risulta errato. Il gruppo si propone di avviare al teatro anche l’infanzia, perseguendo per essa fini educativo-culturali e traendo dai “provetti attori in erba” il meglio delle loro potenzialità espressive. L’impegno è altresì quello di recuperare col teatro, la memoria storica della tradizione manduriana e tramandarla alle giovani generazioni.
Walter Pasanisi