Le coppe a bbiéntu.

Quando occorrevano capacità superiori o maggiore pratica si ricorreva alle cummári, le comari che sapevano tajári li jérmi, i parassiti intestinali che si diceva potevano anche soffocare i bambini se si riunivano in gomitolo e risalivano fino in gola, oppure sapevano praticare le coppe a bbiéntu, utilissime per alleviare i dolori muscolari. La coppa a bbiéntu, letteralmente coppa a vento, era cosí chiamata perché all’interno di una coppa si produceva una depressione tale da risucchiare la parte dolente, realizzando un energico massaggio. Si cominciava con l’appoggiare sulla parte una pesante moneta, avvolta a mo’ di sacchettino, in una pezzuola, i cui lembi, imbevuti di alcol, venivano accesi. Su questa fiammella si applicava la coppa, che con un certo sforzo veniva poi staccata e applicata successivamente su una zona contigua. Sapevano anche praticare le iniezioni con la siringa e gli aghi, sempre gli stessi, bolliti in un apposito contenitore di alluminio. Una particolare atmosfera

La donna ieri e oggi – il vissuto nelle immagini (1880-1945). Pubblicazione dell’Istituto “L. Einaudi” Manduria. Anno 1996.