Per i manduriani le fate, le streghe, gli orchi, i loro castelli ed i loro boschi incantati sono, per quella felicissima gente, così quasi veri come lo erano per me ai tempi della mia infanzia. L’orco è generalmente un vecchio con la barba bianca lunghissima, con le unghie simili ad artigli e con i denti aguzzi come chiodi; egli vive sempre sottoterra, ed è il terrore dei bambini cattivi e delle belle ragazze. Spesso tende loro una trappola lasciando fuori della sua caverna una delle sue enormi orecchie, che rassomigliano a dei cavolfiori; il bambino o la ragazza credono di tirar su il cavolfiore, e dopo aver tirato e tirato con tutta la loro forza, vien fuori “l’orco”, che se li mangia o li trascina con sé sotto la terra. Le fate, invece, sono delle piccole donnine, che assumono le forme ora d’un uccello, ora di un fiore, ora d’una scopa di ginepro. Le fate cattive apportano all’umanità guerre e malattie; mentre le buone apportano felicità, ricchezza ed amore. Le sirene poi – creature bellissime mezzo donne e mezzo pesci, coi capelli disciolti e con la voce angelica, e che adescano gli uomini a seguirle nei loro splendidi palazzi sotto il mare – sono vedute spesso lungo la spiaggia, nelle notti lunari. Esiste una leggenda che dice che la più bella fanciulla del paese vive relegata sotto il mare. Incatenata ad una lunga catena, le si permette di avvicinarsi alla spiaggia una volta ogni cento anni, per vedere il suo amato fratello che viene non si sa di dove, e di quanto lontano, per piangere sulla sua sorte. Dopo pochi minuti Mamma Sirena tira la catena, e la bella fanciulla precipita nuovamente in mare per altri cento anni. Però le sirene non sono sempre così crudeli; la fiaba che segue ce ne dirà la ragione.