Le Mandorle d’oro.

Le vergini donzelle vestite di bianco attendono sulla sommità dell’acropoli cittadina gli ansanti e vittoriosi guerrieri messapici, reduci dall’avere sconfitto i nemici Tarantini ed i loro alleati, per recarsi in festa, col voto sacro agli dei, in solenne corteo al sacro Fonte onde appendere all’albero secolare le mandorle di oro, voto e ringraziamento per la vittoria riportata.

– I sacerdoti e gli anziani del popolo, ornati di rami d’olivo, attendono il corteo festante all’ingresso del delubro ove sorge la vivida fonte sacra.

– Gli ardenti e vittoriosi guerrieri messapici:

gli astati dai bianchi scudi (“Leucaspidi”), i frombolieri, che nelle corde dei loro archi hanno intrecciati i capelli delle loro donne, i famosi cavalieri, terrore di guerra, armati con fasci di giavellotti che andavano in battaglia con due cavalli, in modo da poter sostituire il caduto con l’altro pronto alla carica (celebri in tutta l’antichità questi cavalieri messapici dai piccoli, generosi, arditi cavalli che bradi crescevano nelle fertili praterie attorno a Manduria, e di cui quattrocento, con armi e cavalli, furono inviati da Artas, reggitore della città di Manduria, in aiuto degli Ateniesi.