Lu mazzu:si giocava con un bastone di legno, sagomato ad un’estremità in modo da consentire un’agevole impugnatura, si batteva su un bastoncino affusolato detto appunto mazzu (generalmente era un ramoscello d’ulivo) che, levatosi in aria perché colpito da un giocatore, veniva nuovamente colpito dallo stesso con l’intento di spingerlo, dopo aver pronunciato mazza unu, mazza toi, mazza treti ( mazza uno, mazza due, mazza tre), in un cerchio o comunque in una zona delimitata dal segno di una pietra o di altro materiale, che costituiva la meta finale.
“C’era una volta in una masseria …” di Anna Stella Mancino. Quaderni Archeo. N° 2, marzo 1997. Barbieri editore.