Durante la seconda guerra mondiale, i cittadini di Manduria dovettero attenersi rigorosamente agli ordini diffusi dai comandi militari e dalle autorità civili competenti per territorio. Il pericolo maggiore per la popolazione era rappresentato dagli attacchi aerei su obiettivi militari. Vi era di frequente la presenza nei nostri cieli di un ricognitore inglese, al quale era stato affibbiato il nomignolo di “Pippo”, molto probabilmente anche allo scopo di tenere in apprensione la popolazione civile.
Una serie di ordini richiamava i cittadini a una severa osservanza delle prescrizioni da eseguire in caso di allarme. Era vietato, ad esempio, restare all’aperto durante l’avvertimento e tenere acceso qualunque segnale luminoso. Nelle case, finestre, persiane e imposte dovevano rimanere chiuse e nei negozi le saracinesche abbassate. Al segnale di allarme, i veicoli si dovevano arrestare e i passeggeri scendere per mettersi al riparo.
Per il coprifuoco, invece, l’inizio era previsto alle ore 22.30 e la fine alle 4.00. Era in ogni caso vietato ai giovani sotto i 16 anni, di ambo i sessi, circolare dopo il tramonto se non accompagnati da persone di famiglia. Per detti minori, l’ora del coprifuoco coincideva con quella dell’oscuramento. Per i carrettieri e i contadini che, con comprovate ragioni di lavoro, dovevano recarsi ai campi prima delle ore 4.30, il coprifuoco cessava in via straordinaria alle ore 3.30.
Grande preoccupazione per le autorità destava la presenza di numerose mine, palloni incendiari e bombe al fosforo, sparsi sul terreno (specialmente nella zona occidentale della provincia) dalle truppe tedesche durante la loro ritirata. Circolari prefettizie informavano i cittadini della pericolosità di questi ordigni, a cui erano più esposti gli agricoltori, e obbligavano chiunque li avvistasse a darne tempestivo avviso alle forze dell’ordine. Infine, allo scopo di porre la popolazione in condizioni di sapersi difendere dagli aggressivi chimici, medici condotti e ufficiali sanitari, attraverso conferenze nelle scuole, uffici, stabilimenti, propagandavano al pubblico il corretto impiego di maschere antigas.
Walter Pasanisi