Piazza Commestibili, via Mercanti e piazza Ciracì, un tempo cuore pulsante di Manduria.

Piazza Commestibili, via Mercanti e piazza Ciracì

Un tempo, piazza Commestibili era molto frequentata dalla nostra cittadinanza. Ogni giorno, prima dell’alba, i contadini della vicina Oria arrivavano con i carri carichi di verdure e sistemavano le loro bancarelle accanto a quelle dei manduriani, che vendevano solo frutta. Nello spiazzo adiacente a via Mercanti, piazza Ciracì, si vendeva invece il pesce, e dove è posta una fontana pubblica, oggi è ancora in esercizio uno storico negozio di alimentari; all’angolo della piazzetta vi era una drogheria. In passato, a Manduria, non esistevano negozi di frutta e verdura né macellerie sparse per l’abitato come ai giorni nostri, e il commercio di generi alimentari era concentrato intorno alla piccola piazzetta del centro storico cittadino. Nelle macellerie, dalle carni delle bestie squartate e appese ai ganci, esposte in bella mostra anche all’aperto, colavano gocce di sangue che macchiavano il selciato. In via Mercanti vi era un noto pizzicagnolo cittadino, soprannominato in gergo “Vittoriu ti lu casu” (Vittorio del formaggio). Il baffuto commerciante, oltre ad avere i prodotti alimentari all’interno dello stretto negozio, esponeva su una sorta di bancarella che sporgeva sulla via forme di formaggio e salumi vari. I commercianti cessavano la vendita della loro merce alle tredici. A quell’ora, la piazza si svuotava e il vociare dei mercanti e degli avventori si affievoliva; pian piano i clienti, con in mano sacchetti carichi di generi alimentari, facevano ritorno a casa. A occupare la piazza vi erano solo i netturbini che spazzavano la strada, e qua e là si vedeva qualche bambino scalzo, specialmente durante il periodo bellico, raccogliere frutti scartati o caduti accidentalmente da qualche cesto. Non mancavano, a quell’ora, anche cani randagi che si aggiravano per la piazza alla ricerca di ossi abbandonati; tuttavia, quelle povere bestiole non sfuggivano agli accalappiacani, i quali, armati di cappio, le intrappolavano per portarle al canile comunale, dove venivano custodite. La piazzetta era anche il luogo dove si poteva ascoltare il banditore, figura particolarissima. Era anziano, piccolino, ma cosciente della sua importanza perché era lui che, con la sua voce potente, dava le notizie e gli ordini del municipio. Suonava la tromba per attirare l’attenzione, era come il corno dei cacciatori, e poi iniziava: ce sta sintíti, agnù… (state sentendo bambini…) e subito un capannello si formava intorno a lui. Nella piazzetta vi era anche un’antica farmacia, dove durante la giornata si registrava un continuo via vai di clienti. Nelle ore pomeridiane, la piazza si ripopolava di contadini di ritorno dai vicini boschi e dalle macchie. Esponevano nella piazza mucchietti di funghi: munètuli, mucchialuri e carduncièddi, oltre ad asparagi, fave, piselli, muscari e ampasciùni.

Bibliografia: La donna ieri e oggi – il vissuto nelle immagini (1880-1945). Pubblicazione dell’Istituto “L. Einaudi” Manduria. Anno 1996. Varie testimonianze orali.