In passato, in tutta Italia si celebrava la Festa nazionale dell’uva, una manifestazione che durò per dodici edizioni, precisamente dal 1930 al 1941. Questo evento era promosso dal Capo del Governo dell’epoca e diretto dal Ministero dell’Agricoltura e delle Foreste. Nelle province insulari, centrali e meridionali, la Festa dell’uva si svolgeva solitamente a settembre, e già a partire dai primi giorni di agosto, nei comuni venivano costituiti i comitati organizzatori, presieduti dal podestà locale. Spesso, le date dei festeggiamenti variavano tra i diversi comuni della stessa provincia.
A Manduria, la Festa nazionale dell’uva si teneva generalmente tra la metà e la fine di settembre, coincidente con il periodo di conclusione della vendemmia. Nelle prime edizioni della Festa, il comitato organizzatore della nostra città allestiva carri allegorici che sfilavano per le vie del centro, accompagnati dalla banda cittadina e decorati con contadini in costume a tema folcloristico. I carri erano solitamente carichi di cesti di vimini contenenti uva, adornati con festoni, bandiere, colonne, piatti rustici e gabbie che rappresentavano il fascio littorio.
Durante la manifestazione, l’uva veniva venduta ai cittadini in cestini di vimini e sacchetti di carta oleata forniti dal comitato, che organizzava anche una gara tra i negozianti per il migliore addobbo delle vetrine e la migliore offerta in vendita. A questa competizione partecipavano, oltre ai dettaglianti di prodotti ortofrutticoli, anche varie altre categorie commerciali come salumerie, caffè, pasticcerie e trattorie.
Accanto a ogni varietà di uva esposta, venivano collocate schede descrittive tecniche del prodotto, mentre grafici e fotografie illustravano i progressi dell’agricoltura in provincia. Inoltre, veniva organizzata una mostra di uva da tavola dei produttori, che attirava sempre un notevole numero di partecipanti. Ai migliori espositori e produttori venivano assegnati vari premi, consistenti solitamente in somme di denaro e medaglie commemorative.
Durante la giornata della manifestazione si vendevano circa 15-16 quintali di uva da tavola, mentre un paio di quintali venivano offerti in beneficenza dai proprietari. La riuscita della Festa era resa possibile grazie al contributo di varie organizzazioni del Partito Fascista, del Sindacato dell’Agricoltura e della Federazione degli Agricoltori, ma era soprattutto la partecipazione dei produttori e l’entusiasmo del pubblico a garantire il successo. La Festa nazionale dell’uva si concludeva generalmente con una conferenza incentrata proprio sull’uva.
Con il passare degli anni, la Festa perse importanza; infatti, le ultime edizioni vennero organizzate all’esterno della sede del dopolavoro cittadino, con l’installazione di un semplice chiosco di vendita… “Tra il verde dei pampini e il giallo oro del succoso frutto primeggiavano i fasci littori.”
Walter Pasanisi. Liberamente – Quindicinale di Informazione, Attualità e Cultura. Anno IV. N.10. Testimonianze orali Avv. Elio Dimitri. Documentazione archivio comunale di Manduria e quotidiani Biblioteca civica “Marco Gatti”.