Quando il vino era assoggettato al controllo e al vincolo per i bisogni delle Forze Armate: notizie e documenti del vino prelevato dai produttori manduriani e inviato ai militari durante l’ultimo conflitto mondiale.

Durante l’ultimo conflitto mondiale, il Ministero dell’Agricoltura e delle Foreste italiano, nell’interesse della difesa e della resistenza della Nazione in guerra, emanò un provvedimento che disciplinava il vincolo del vino. Con decreto datato 11 dicembre 1941, stabiliva che il Settore della Viticoltura della Federazione Nazionale dei Consorzi, attraverso le dipendenti sezioni provinciali, dovesse provvedere alle operazioni di controllo e di vincolo del vino presso i detentori. Il quantitativo di prodotto vincolato serviva ad approvvigionare le Forze Armate o a essere smistato per altri usi o destinazioni.

Nel territorio della provincia di Taranto erano dislocati diversi reparti e distaccamenti militari, e Manduria ne ospitava in gran numero, motivo per cui i produttori vinicoli locali dovettero destinare abbondanti quantitativi di vino da consegnare ai soldati. In una nota compilata in data 16 aprile 1942 da parte di un grossista manduriano, il sig. Gregorio Stendardo, è indicata la quantità totale di 1.448 litri di vino vincolato e consegnato, nell’arco di due mesi, ai reparti militari presenti a Manduria: il 139° Fanteria, lo Spaccio Cooperativo Avieri, lo Spaccio 139° Fanteria, l’Aeroporto, il Distaccamento di S. Pietro in Bevagna e l’Artiglieria Aeroporto.

Nonostante il decreto sul vincolo del vino non fosse ancora in vigore, in una circolare dell’Ente Nazionale Fascista della Cooperazione di Lecce, datata 9 dicembre 1941 e indirizzata al Consorzio Produttori Vini della nostra città, si evince che già nel settembre di quell’anno tale cantina si era impegnata a fornire alle Forze Armate una quantità di 4.800 quintali di vino. Lo stesso Ente richiedente, senza specificarne la durata, ne confermava quindi la fornitura. Per il Consorzio manduriano restava però l’impegno di provvedere alla consegna. In caso di inosservanza, la cantina sarebbe stata costretta ad acquistare da terzi e a proprie spese il vino necessario per destinarlo ai reparti militari richiedenti.

In un’altra missiva della stessa Federazione Nazionale Fascista delle Cooperative, datata 15 febbraio 1941, veniva riservata al Consorzio Produttori Vini di Manduria la fornitura di 600 quintali di vino per le esigenze dei Commissariati della Regia Marina di Taranto e Brindisi. Nella stessa circolare, la Federazione Nazionale specificava che il vino preferito dai militari era prevalentemente quello con gradazione alcolica 12°. A tal proposito, la citata Federazione riduceva proporzionalmente la richiesta quantitativa di vino con gradazione alcolica di 14°, aumentando di fatto quella di gradazione inferiore. In totale, per gli approvvigionamenti dei Commissariati predetti, il quantitativo semestrale di vino consegnato dai detentori di tutta la provincia di Taranto ammontava a circa 17.000 quintali.

L’esercente, per le partite di vino consegnate ai reparti militari, era obbligato ad annotare su appositi registri la data dello svincolo del vino, il capo o reparto militare che richiedeva lo svincolo e la quantità di ogni partita svincolata. L’accantonamento di vino da parte dei detentori, da destinare ai fabbisogni delle Forze Armate e alla distillazione, veniva indicato dalla Sezione locale di Taranto generalmente nella misura del 20% della quantità di vino prodotto da ogni singola cantina.

Sebbene vi fosse l’obbligo per i vinificatori di attenersi alle disposizioni ministeriali, la locale Sezione della Viticoltura, con una missiva datata 20 ottobre 1942, lamentava in alcuni casi il mancato accantonamento dei vini da parte dei detentori, che spesso agivano in buona fede. Lo stesso ente, in base a diverse esigenze, poteva disporre lo svincolo di quantitativi di vino da destinare alle esportazioni o agli impieghi industriali. Inoltre, per inderogabili rifornimenti del prodotto agli esercenti al minuto, conferiva, in via del tutto transitoria, la facoltà al podestà locale di autorizzare, ove necessario, lo svincolo di poche partite di vino esclusivamente per il rifornimento degli esercizi.

I trasferimenti dei vini di produzione propria necessari al consumo familiare erano consentiti anche fuori dalla provincia, su richiesta dell’interessato alla locale Sezione. Tale trasferimento era limitato a un ettolitro per ogni convivente della famiglia del produttore.

Walter Pasanisi. Liberamente – Quindicinale di Informazione, Attualità e Cultura. Anno IV. N.6. Documentazione archivi Consorzio Produttori Vini e archivi comunali di Manduria.