Santuario di San Cosimo alla Macchia nei giorni delle “Perdonanze” inizio secolo 1900.
“Sciamu a Santu Cosumu” (Andiamo a San Cosimo). È tradizione che il popolo di Manduria e non solo si rechi in pellegrinaggio al Santuario dei Santi Medici Cosma e Damiano, dove sono custodite le loro reliquie. Il pellegrinaggio, si svolge nel mese di maggio fino alla quinta domenica dopo Pasqua, giorno dell’Ascensione, ed è una delle tradizioni popolari più sentite nel territorio di Manduria e nel Salento.
Migliaia di pellegrini, uomini, donne e bambini, percorrono la strada che conduce al Santuario. Per i più piccoli, questa giornata è vissuta come una festa. Un tempo, i pellegrini provenienti da tutta la Puglia raggiungevano il Santuario a piedi o a bordo di traini, carri agricoli trainati da cavalli. Al collo portavano nastrini colorati chiamati capisciole, con cui venivano decorati anche i finimenti dei cavalli. Il suono del tamburello, accompagnato dalle note della pizzica, scandiva il ritmo del cammino e i pellegrini intonavano canti popolari in dialetto.
La distanza tra Manduria e il Santuario, situato nel territorio di Oria, è di circa cinque chilometri. Per arrivare a San Cosimo in tempo per le celebrazioni, i pellegrini partono nottetempo. Questo pellegrinaggio, chiamato localmente “perdonanza” o “perdunanza”, viene compiuto a piedi come segno di devozione e per chiedere grazie.
Oggi questa tradizione è ancora viva: ogni anno numerosi fedeli si recano al Santuario, mantenendo forte la devozione ai Santi Medici. Il culto di San Cosimo, originariamente rurale, crebbe notevolmente tra il XVII e il XVIII secolo, tanto che si rese necessaria la costruzione di una nuova chiesa, ampliata successivamente dai vescovi di Oria. Questa antica tradizione, simbolo di fede e appartenenza, continua a essere tramandata di generazione in generazione, unendo il passato al presente e regalando a chi vi partecipa un’esperienza di profonda spiritualità e comunità.
Bibliografia: Testimonianze orali e Web.