L’Aeroporto Militare di Manduria com’è oggi.
L’aeroporto di Manduria è un aeroporto militare, oggi, se pur in stato d’abbandono, viene utilizzato come area d’esercitazione dai “marò” dei 1° Reggimento “San Marco” di Brindisi. L’aeroporto è situato sulla strada provinciale 97 in direzione di Oria, nell’area in cui è presente la Masseria Schiavoni, conosciuta come “Masseria Skaoni”, a cui terreno dell’aeroporto appartiene. Intorno alla struttura principale, vi sono altre strutture, alcune costruite nello stesso periodo in cui è stata edificata la masseria, altre realizzate negli anni ’40 ed utilizzate come camerate o per altri usi durante il periodo bellico. L’aeroporto conserva ancora i resti delle due piste per il decollo e l’atterraggio degli aerei da guerra. Sul lato nord-est della Masseria, poi vi è anche la presenza di un tunnel, molto probabilmente per permettere ai militari di rifugiarsi dagli attacchi. Indicato militarmente col numero 466, l’aeroporto di Manduria nella primavera del ’40 iniziò la sua attività. Il campo era prevalentemente utilizzato come aeroporto trampolino, al pari di molti altri campi allestiti in provincia di Foggia, con il compito di servire come base d’appoggio per il trasferimento degli aerei in basi più vicine per le zone di guerra.
Ingresso del 722° Squadrone, 450 G.di B, aeroporto di Manduria.
L’attività operativa si intensificò nell’autunno del ’40 con la campagna di Grecia, specialmente con le missioni dei ricognitori Cant Z1007 e 1007 bis, soprattutto per la sorveglianza dei mari, dopo la nota ed infausta notte di Taranto. Nel 1941 nell’aeroporto vi era la 162°La 162° Squadriglia da Caccia Terrestre squadriglia dell’8° Gruppo con i Macchi MC200, ottimi apparecchi da caccia inferiori solo ai famosi Spitfire della Raf.
Dal 1° agosto 1942 all’ottobre dello stesso anno, troviamo i CANT Z1007bis del 5 0° Gruppo AUT BT. Le vicende belliche in Africa Settentrionale, culminate con la sconfitta di El-Alamein dell’autunno del 1942, la ritirata in Tunisia, l’abbandono dell’Africa e lo sbarco degli Alleati in Sicilia nel 1943, portarono, si può dire, in prima linea l’aeroporto 466, specie quando, dopo il terrificante bombardamento che praticamente distrusse l’aeroporto di Crotone, gli aerei superstiti del 5° Stormo d’assalto con i loro equipaggi ed il personale di terra, furono fatti riparare il 14 luglio, sul campo di Manduria. Le triste vicenda bellica dell’ultimo attacco aereo italiano contro gli Alleati, vide l’epilogo dello stormo e la morte di valorosi piloti italiani comandati dal Maggiore Cenni. M.dV.M. Per una serie di incomprensioni, benché fosse stato firmato L’armistizio di Cassibile (detto anche armistizio corto, fu un accordo siglato segretamente il 3 settembre del 1943, il Regno d’Italia cessò le ostilità verso gli Alleati durante la seconda guerra mondiale e sancì l’inizio della resistenza italiana contro il nazifascismo),. Dopo l’8 settembre i 20 aerei superstiti del 5° Stormo, gli equipaggi ed il personale di terra furono trasferiti all’aeroporto di Galatina. Il nostro campo d’aviazione, come gran parte degli aeroporti del Sud, fu messo a disposizione degli anglo-americani. Manduria con Grottaglie e San Pancrazio fece parte della 47ª Ala, la cui sussistenza era costituita dal 62° Service Group, del quale il comando e le attività principali furono dislocati nella nostra città. Durante la sua permanenza a Brindisi l’allora Re d’Italia Vittorio Emanuele III, visito questo aeroporto
Veduta del Quartier Generale della 47° Ala presso l’aeroporto di Manduria. 29 ott. 44.
Nell’ottobre 1943, l’Aeronautica Statunitense si installò nell’aeroporto, anche se sino alla fine dell’anno la base non fu operativa, in quanto furono necessari non pochi lavori per rendere agibili le piste di volo, divenute impraticabili, a causa delle abbondanti piogge cadute. Solo l’8 gennaio 1944 il 450° Gruppo, costituito da 60 quadrimotori B24, più noti come Liberators ed anche come “fortezze volanti”, iniziò la sua attività bellica dal nostro aeroporto, con il bombardamento della base di Mostar, in Jugoslavia.
Inverno 1944. L’aeroporto di Manduria innevato.
Ben 265 missioni furono svolte nell’arco di tempo che va dall’8 gennaio 1944 al 26 aprile 1945, con un bilancio drammatico delle perdite umane: ben 1505 caduti e dispersi. Fra le missioni compiute di grande importanza, come documentato dalla targa apposta all’ingresso del campo, quelle sui pozzi petroliferi di Ploesti, in Romania e su Regensburg in Germania, dove erano gli stabilimenti per la fabbricazione dei famosi aerei da caccia Messerschmitt.
La presenza di un importante aeroporto militare come quello di Manduria ha influenzato fortemente e completamente la vita cittadina durante la Seconda Guerra Mondiale.
Manduria dal 1939 al 1945 – Documentario a cura dell’A.T. Pro Loco Manduria. Manduria – Note di storia, tradizioni, cronaca cittadina e curiosità. Barbieri Selvaggi Editore.